È la 12^ partecipazione sanremese per Paola Turci, ma è dal 2001 che la cantautrice romana (si attende il “derby” con Fiorella Mannoia) non era in gara. 3 premi della critica da emergente e la vittoria nella categoria “minore” nel 1989 con la bellissima Bambini: un palmares notevole per l’artista che arriva al festival con Fatti bella per te, scritta assieme a Giulia Anania, Luca Chiaravalli e Davide Simonetta.



Una canzone sull’importanza di fare qualcosa per sé stessi, di non sfidare il passare del tempo o lo sguardo della gente cambiando sé stessi ma apprezzandosi, superare le angosce della vita con la fiducia in sé stessi. La struttura ritmica della canzone è molto accentuata, i brevi versi della strofa fanno immaginare una preponderanza della chitarra nell’arrangiamento che poco a poco si apre, fino al ritornello melodico, da sempre tra i punti di forza dello stile di Turci.



Parole secche che rendono bene l’atmosfera del brano (“Non ti trucchi/E sei più bella/Le mani stanche/E sei più bella/Con le ginocchia sotto il mento/Fuori piove a dirotto/Qualcosa dentro ti si è rotto/E sei più bella”), un esistenzialismo discreto e personale che poco alla volta fa spazio alla voglia di rilanciarsi, di riprendere in mano la propria vita (“Sovrappensiero/Tutto si ferma/Ti vesti in fretta/E sei più bella/E dentro hai una confusione/Hai messo tutto in discussione/Sorridi e non ti importa niente, niente!”).

Fatti bella per te è una lettera che Turci scrive a sé stessa, un’esortazione e una presa di coscienza (“Se un’emozione ti cambia anche il nome/Tu dalle ragione, tu dalle ragione/Se anche il cuore richiede attenzione/Tu fatti del bene”) condensa tutte le fragilità di una donna, alle prese con il tempo che passa, con l’età che cambia cuore e fisico (“Ti rivedrai dentro una foto/Perdonerai il tempo passato/E finalmente ammetterai/Che sei più bella”) ma che permette di potersi di nuovo guardare allo specchio e sentirsi belle, tanto dentro quanto fuori (“E sei più bella quando sei davvero tu/E sei più bella quando non ci pensi più”).



Un testo che ricorda in chiave minore i ritratti di donna di Mannoia e Ruggeri, ma è una donna che è a tutti gli effetti la sua autrice, che più di altre cantanti mette la propria vita e le proprie esperienze nelle canzoni. E che per questo comunica in modo più sincero.