Ha vinto la gara delle cover nella terza serata del Festival di Sanremo 2017. Il giovane ragazzo portava ‘‘Amara terra mia” di Domenico Modugno e l’ha interpretata in maniera veramente incredibile, tanto che Carlo Conti gli fa i complimenti quando ritira il premio per l’uso sapiente di due voci nello stesso brano. Dietro di lui si sono posizionati seconda Paola Turci con Un’emozione da poco di Anna Oxa e Marco Masini con Signor Tenente di Giorgio Faletti. Sicuramente è stata una gara importante, ma Ermal Meta ha riscosso grande successo anche per lo stile molto personale. Carlo Conti ci tiene anche a sottolineare che Sergio Sylvestre e i Soul System sono stati penalizzati nell’esecuzione de La Pelle Nera di Nino Ferrer a causa di alcuni problemi tecnici.



Porta sul palco del Teatro Ariston nella serata delle cover al Festival di Sanremo 2017 la canzone ”Amara terra mia” di Domenico Modugno. Questa è stata protagonista di tantissime reinterpretazioni lungo gli anni, tra queste colpisce quella dei Radiodervish che nel 2006 gli hanno dedicato un intero album di venti tracce proprio dal titolo ”Amara terra mia”. Questo duo formato da Michele Lobaccaro e da Nabil Salameh contiene la doppia versione della canzone di Domenico Modugno in italiano e anche in arabo. Sicuramente è un disco da riscoprire per capire anche come a volte culture che vanno a confluire possono regalare pezzi di arte molto interessanti. Eraml Meta si è presentato sul palcoscenico con un vestito molto elegante e ha dimostrato ancora una volta di essere un ragazzo davvero pieno di talento.



Salirà questa sera sul palco dell’Ariston per omaggiare Domenico Modugno con ‘Amara terra mia’, con il cantante che dedica questa cover a tutti quelli costretti a lasciare con sofferenza la propria terra. Rivisitazione liberamente ispirata ad un brano popolare abruzzese dal titolo ‘Addije, addije amore’, L’ho scelta non solo perché è una canzone meravigliosa, ma anche perché, secondo me, rappresenta alla perfezione lo spirito dell’Italia” le parole di Ermal Meta ai microfoni di ‘Tv Sorrisi e canzoni’. Il cantante è in gara al Festival di Sanremo con ‘Vietato morire’ uno struggente brano autobiografico che racconta la violenza subita dalla madre già trattata da Ermal Meta nel brano ‘Lettera a mio padre’. Il testo ha ricevuto un’ottima critica ed è già uno dei brani più passati in radio, e nel video compare lo stesso Ermal Meta con vistose cicatrici che scompaiono all’aggiungersi di persone.



Sarà “Amara terra mia” di Domenico Modugno la canzone che Ermal Meta proporrà oggi, giovedì 9 febbraio 2017, sul palco del Festival di Sanremo 2017 nella terza serata della kermesse canora, quella dedicata alle cover. Ma oltre a vedere sedici dei Big impegnati nell’interpretare brani di di altri artisti, la serata sarà caratterizzata anche dalla presenza di grandi ospiti: tra questi ci sarà anche Marco Giallini, che salirà sul palco con Alessandro Gassman per promuovere il loro nuovo film “Beata ignoranza”. Ermal Meta ha incontrato Giallini quest’oggi e non ha saputo resistere alla tentazione di chiedergli un selfie insieme: “Un mitoooooooooooooooooo #marcogiallini #sanremo2017 #vietatomorire£. La foto pubblicata sulla pagina Instagram di Ermal ha subito fatto il pieno di like, conquistandone quasi 3mila in una manciata d’ore: clicca qui per vederla.

Il pubblico ha accolto con largo entusiamo la scelta di Ermal Meta per la serata cover di Sanremo 2017. Proprio perché si tratta di un brano che il cantautore ha interpretato più volte, eseguendolo quasi in modo perfetto. E questo nonostante le voci di Domenico Modugno ed Ermal Meta siano abbastanza distanti. “L’ho scelta non solo perché è una canzone meravigliosa”, ha rivelato a Tv, Sorrisi e Canzoni, “ma anche perché, secondo me, rappresenta alla perfezione lo spirito dell’Italia”. Non dovrebbero quindi esserci grosse sorprese per l’esibizione di Ermal Meta di questa sera, anche se gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. Dal punto di vista tonale e ritmico sposa perfettamente lo stile del cantautore, che potrà inserire facilmente la propria impronta all’interno dell’interpretazione. 

Un porto sicuro su cui è approdato diverse volte: così si potrebbe definire la scelta di Ermal Meta per la serata cover. Il brano di Domenico Modugno, Amara terra mia, è già stato infatti interpretato più volte dal cantautore nel corso dei suoi live. Da questo punto di vista sembra che non abbia voluto rischiare, ma in base alla personalità di Meta è più probabile che abbia scelto questo tipo di canzone, molto vicina alle sue corde, proprio perché rappresenta una fetta della propria vita. Il successo di Modugno è un estratto dell’album Con l’affetto della memoria, pubblicato nel 1971, e concentrato sulla vita contadina nel Sud Italia di quegli anni. A scrivere il brano, oltre al cantante, anche Enrica Bonaccorti, che a loro volta si sono ispirati ad una canzone popolare dell’Abbruzzo, Addije, addije amore. Meta non sarà inoltre il primo ad aver rivisitato la canzone: Mina ha infatti inserito la sua interpretazione nel suo album del 2001, intitolato Sconcerto. 

I fan non hanno dubbi: Ermal Meta ha la possibilità di conquistare la vittoria a Sanremo 2017. Complici le tre edizioni precedenti in cui il cantautore albanese – naturalizzato italiano – ha partecipato nella sezione Nuove Proposte e Giovani, che di sicuro hanno contribuito a fargli “le ossa”. Per il suo debutto nella categoria Big, Ermal Meta ha presentato Vietato Morire, un brano impegnativo, soprattutto dal punto di vista vocale, oltre che per il contenuto di grande attualità, la violenza in famiglia. Una nota che si distacca di molto rispetto alle proposte delle altre star e che rappresenta un perfetto esempio di “brano sanremese”. E’ uno degli autori più richiesti nel panorama italiano proprio per la profondità con cui affronta i diversi aspetti della vita: ha scritto infatti testi per Emma Marrone, Marco Mengoni, Patty Pravo e molti altri. In un’intervista a Vanity Fair, Ermal Meta ha inoltre sottolineato come ogni suo brano sia autobiograficco, ma anche di come “il soggetto della canzone non è la violenza, ma la disobbedienza”.