L’esibizione di Fabrizio Moro sul palcoscenico del Teatro Ariston per la serata delle cover del Festival di Sanremo 2017. Il cantante ha portato lo splendido pezzo di Francesco De Gregori ”La leva calcistica della classe ’68”, pezzo di una bellezza straordinaria che commuove lo stesso Fabrizio Moro che sul palcoscenico è molto emozionato per questa interpretazione. Il pubblico sicuramente gradisce molto la sua interpretazione e glielo fa capire con un lungo applauso e grande emozione anche nei soliti cori che partono dopo una canzone. Francesco De Gregori torna quindi sul palcoscenico del Teatro Ariston grazie alle parole di uno splendido Fabrizio Moro.



Fabrizio Moro si misurerà questa sera con Francesco De Gregori cantando “La leva calcistica della classe ’68” nella serata del Festival di Sanremo 2017 dedicata alle cover, quella di oggi 9 febbraio. L’insegnante della scuola di Amici si è guadagnato questo privilegio non finendo tra i tre meno votati nella prima serata ma in queste ore può gioire anche per un altro motivo. Moro ha infatti ricevuto il prestigioso premio Lunezia patrocinato dal Ministero della Cultura per il miglior testo nella categoria Campioni. Il cantautore aveva parlato così del suo brano: “Sono versi scritti pensando a mia figlia che ora ha 3 anni. Lei è l’essere umano che più mi ha aiutato, ovviamente involontariamente, a uscire da momento un momento negativo della mia vita. È una canzone d’amore e l’amore ci salva ogni volta da ogni disagio”. Insieme a Moro è stato premiato anche Maldestro, che ha ricevuto il premio Lunezia per il valore musical-letterario del suo brano, in gara nella categoria Nuove Proposte.



Fabrizio Moro, campione in gara al Festival di Sanremo, stasera, 9 febbraio, si cimenta con la cover di un grande classico: La leva calcistica della classe ’68 di Francesco De Gregori. Il programma della quarta serata della kermesse sanremese, infatti, prevede che i sedici campioni in gara si cimentino con cover di brani italiani. La canzone scelta da Fabrzio Moro, è stata scritta nel 1980 dal cantautore romano, Francesco De Gregori, e fu pubblicata nel disco Titanic del 1982. Il brano parla di un provino calcistico che dovrà affrontare un dodicenne, nato appunto nel 1968. Costui, giovanissimo, è in preda a mille paure (“Nino cammina che sembra un uomo / con le scarpette di gomma dura / dodici anni e il cuore pieno di paura”), e la canzone lo sprona a non pensare alle singole performance in cui dovrà mostrare la sua abilità (“Ma Nino, non aver paura di sbagliare un calcio di rigore”), ma dal coraggio, qualità fondamentale di un giocatore, dall’impegno e lo spirito di squadra e di sacrificio. Ha una melodia dolce e accattivante, un accompagnamento pianistico corposo, nervoso, pieno di modulazioni, intenso, e la seconda parte è arricchita dagli archi e dalle tastiere, creando un’atmosfera melodiosa, morbida e sognante, ma anche intima e raccolta.



Sul palco del Teatro Ariston, durante il 67° Festival di Sanremo, condotto da Carlo Conti e Maria De Filippi, questo bel brano di De Gregori verrà riproposto dal cantautore romano Fabrizio Moro, autore della famosa canzone Pensa, presentata a Sanremo 2007, vincitore della sezione Giovani.  Moro è particolarmente legato all’universo cantautoriale italiano degli anni ’70 e ’80, e la canzone scelta per la serata cover sembra essere adatta allo spirito che traspare dal suo modo di cantare. Possiede un tipo di voce abbastanza grintosa, a tratti forte, ma sembra prediligere i toni bassi. La sua musica incontra spesso il genere pop più moderno, unito a suoni elettronici, ad accompagnare la stessa linea vocale, ed ha molto in comune con cantanti italiani di ultima generazione, quali Chiara Galiazzo, Annalisa o anche artisti come Tiziano Ferro. Ma alcune sue canzoni hanno fuso diversi generi, avvicinandosi al hip-hop e al reggae, talvolta creando uno stile musicale piuttosto personale. La canzone storica di De Gregori, essendo caratterizzata da toni delicati, senza sforzi vocali evidenti, potrebbe rivelarsi una scelta oculata da parte del cantante, e potrebbe riuscire ad interpretarla senza troppe difficoltà. Considerando, inoltre, l’intensità con cui Fabrizio Moro esegue le canzoni, il risultato che ne deriverà potrebbe rivelarsi piuttosto convincente. La voce calda di quest’ultimo sembra essere capace di valorizzare i passaggi chiave de La leva calcistica della classe ’68, dando magari valore alle parole, aspetto fondamentale del modo di creare storie di Francesco De Gregori, in modo tale che il pubblico riesca ad apprezzare appieno ogni sfumatura e si lasci trascinare dalla storia raccontata.