Questa sera, giovedì 9 marzo, sul palco del Legend 54 di Milano (viale Enrico Fermi, 98 – ore 22.30) potremo assistere alla performance del rapper milanese Peligro, all’anagrafe Andrea Mietta, classe ’92. L’occasione è quella dell’Emergenza Festival, il più grande festival del mondo dedicato alla musica emergente.
Sul palco l’artista presenterà i brani del suo ultimo EP “Assoluto” accompagnato alla consolle da Dj Dany Rio, alle voci da Kodiak ed al sax da Marcello Turcato. Ospite speciale la giovane cantautrice calabrese Ylenia Lucisano, con cui Peligro duetterà sulle note di “Dove Arrivi (Ti Odio E Ti Amo)”.
Lo scorso dicembre abbiamo apprezzato le canzoni pubblicate nel suo ultimo EP “Assoluto”. Oggi avremo l’occasione di ascoltarle dal vivo.
Lo incontriamo durante una pausa delle prove dello spettacolo di questa sera.
Ciao Andrea. Credo che in molti ti facciano spesso questa domanda. Pedonami ma, perché Peligro (Pericolo)?
In realtà è stata un’idea di Hernan Brando che ha prodotto, oltre che ad “Assoluto”, anche i miei primi due dischi. Una mattina, mentre lavoravamo al nostro disco, Hernan, originario di Buenos Aires, quindi madrelingua spagnola, mi ha telefonato euforico e mi ha detto: “L’ho sognato, l’ho sognato! Tu ti chiamerai Peligro!”. Ci siamo fatti una risata. Poi però a mente fredda, ci siamo confrontati e ci siamo detti: “Suona bene… perché no?”
Cosa porterai di “Assoluto” sul palco del Legend 54 questa sera?
Tutta la carica emotiva che questi brani si portano dietro, che è davvero tanta. Dalla title-track Assoluto, a Frammenti e Jesse Owens / Farenheit. E poi sono molto contento di poter suonare sul palco del Legend 54. È un locale che, negli anni, ha ospitato tantissimi rapper ed è un onore per me portare questo genere musicale su quel palco.
Con la mia crew, di cui mi fido ciecamente, m’impegnerò al massimo per dare al pubblico uno spettacolo di cui possa ricordarsi con piacere.
Sei una nuova leva del rap. Come cambia e com’è cambiato il rap italiano in questi anni?
Dopo aver toccato il suo apice, credo che ora il rap italiano si stia stabilizzando su un livello di salute abbastanza buona. È diventato una via definita e conosciuta rispetto al passato. Spesso il genere che viene scoperto per primo dalle giovani generazioni. Mentre in passato, quando mi sono avvicinato al genere, questo “fenomeno” non era cosi scontato. Diciamo che questo, si verificava meno.
È quello milanese in particolare?
Milano è diventata il fulcro della maggior parte della scena rap, un po’ per gli artisti e un po’ per le etichette ed il music business. Certo, non è l’unico polo del rap in Italia, ma sicuramente uno dei principali. Esserci a volte fa la differenza.
Come mai hai scelto un EP e non un album completo? Quindi, a quando un album?
Da un lato sentivo che questo EP doveva avere esattamente la lunghezza che ha. Non perché non avessi materiale, quello non mi manca di certo ma, rispecchiava l’idea del momento. Tra l’altro penso che ormai la differenza tra LP, EP, mix-tape e quant’altro sia abbastanza labile. L’unità di misura della musica oggi è il singolo. Un po’ come succedeva negli anni passati, tipo gli anni ’70 / ’80. Per il prossimo album ci sto già lavorando. Quindi la risposta è “presto”.
Nel brano Frammenti canti il ritornello. Al contrario di alcuni rapper italiani, hai anche una bella voce “intonata”. Ti consideri un rapper oppure questo termine ti sta un po’ “stretto”?
Posso dire con certezza che faccio rap, quindi questa definizione mi sta bene addosso. Mi piace la melodia e la sua ricerca. E’ importante tanto quanto quella del testo e la ricerca delle parole. Credo che in futuro questo aspetto sarà sempre più evidente nelle mie produzioni ma, non per questo smetterò di essere un rapper. Magari sarò un rapper ed anche un cantante. Chissà!
Nel video di Frammenti si vede come sfondo una Milano (e provincia) che hai vissuto? Che ha ispirato ed ispira il tuo lavoro di artista?
Milano è la mia città. Va da se che influenza il mio vissuto ed il mio lato “artistico”. In Frammenti si vede una Milano che rappresenta lo stato d’animo della canzone. Le foglie che cadono, il grigio della città, l’autunno inoltrato. E’ una Milano che calza a pennello con il vissuto legato ad una parte di vita. Frammenti appunto.
Che consiglio daresti ad un giovane che vuole esplorare ed affrontare il mondo musicale del rap?
Diciamo che forse è il consiglio che darei al “me stesso” di qualche anno fa. Consiglierei di studiare per essere pronti e preparati quando se ne avrà bisogno. Spesso il momento giusto, se così si può dire, non ripassa. E poi approfondire tutte le caratteristiche del settore musica. Capire e conoscere gli attori che vi operano, le figure che sono coinvolte in quel grande meccanismo che porta le canzoni nelle nostre case. E di farlo il prima possibile.