“F come falso” è uno degli ultimissimi film di Orson Welles, uscito nel 1973, e dimenticato dai più. In una sorta di documentario, il geniale regista, quello che per primo aveva dimostrato come è possibile manipolare la realtà con il geniale finto scoop radiofonico della Guerra dei mondi, narrava casi di falsi d’autore nel mondo della pittura, con artisti che recitavano se stessi: storie riguardanti quadri falsi e veri, falsari di professione e critici d’arte che scambiano i quadri dei falsari per veri: tra questi, Elmyr de Hory, che falsificava celebri quadri; Clifford Irving, che falsificava biografie; il miliardario Howard Hughes e il pittore Pablo Picasso. Welles si interroga per l’ultima volta nella sua vita sul grande tema che lo aveva sempre appassionato: il rapporto che esiste tra verità e arte, chiamando in causa anche i critici che non esitano a esaltare autentiche croste per farne salire il valore di mercato, ovviamente guadagnandosi sopra.
Trasportiamo tutto questo al mondo della televisione (anche se è un po’ difficile paragonarla a un’opera d’arte) e combacerà perfettamente: la televisione è un falso. Telegiornali, programmi di spettacolo, servizi giornalistici sono tutti montati ad arte, anche quando ci fanno vedere le scene di un attentato terroristico, per comunicare quello che si vuole e far credere quello che si vuole, con i critici sostituiti dalle cifre dell’audience (falsi storici) per spingere questo o quell’altro.
Lo ha spiegato benissimo Enzo Jannacci in una sua celebre canzone: “La televisiun la g’ha na forsa de leun. La televisiun la g’ha paura de nisun. La televisiun la t’endormenta cume un cuiun!”.
Ed eccoci all’argomento del giorno che tanto sta spopolando sui media e sui social network: l’abbandono irato di Morgan dal programma Amici in cui era il coach di una delle squadre concorrenti. Il simpatico cantante e personaggio televisivo ha scoperto l’acqua calda: “Ribadisco che non è vero delle divergenze coi ragazzi, è roba costruita, i ragazzi devono eseguire tutti i loro ordini peggio che militari” ha detto.
Quante volte Morgan ha abbandonato uno di questi programmi? Era già successo a X Factor, ci sembra di ricordare. Va riconosciuto che lo stesso cantante aveva detto di partecipare ad Amici solo perché aveva bisogno di soldi per pagarsi dei debiti (non indaghiamo che debiti fossero). Ma ci credete davvero?
Morgan nasce cantante e musicista, poi diventa personaggio televisivo. Solo per i soldi? O piuttosto perché è ambizioso, gli piace apparire, si è creato insomma un personaggio più con la televisione che con la musica. Peraltro non ci si ricorda nemmeno a quando risale il suo ultimo disco, per non parlare di episodi imbarazzanti ai suoi ultimi concerti, tipo ore di ritardo con pubblico giustamente indignato. Gliene frega davvero della musica?
“Io credo nella qualità, nella cultura e nella comunicazione sana e intelligente, nell’arte e nel servizio pubblico, nell’istruzione” ha detto, aggiungendo “Il vero mio errore è stato credere che potessero essere genuinamente in grado di un risveglio, ma così non è stato e la mia ingenuità se la sono sbranata come han potuto”. Ma chi ci crede che Morgan non sapesse quanto un programma come Amici è finto e, come dice lui, destinato “al popolo bue”? Aggiunge che la lite è stata inventata da Maria De Filippi. Ma veramente? Come gli incontri di C’è posta per te? “Io qui a Sanremo sono a disagio, i miei programmi sono figli del cucito e della colla, vado di registrata, di assemblaggi” disse la Maria nazionale durante il festival di cui è stata conduttrice-zombie. Mai un commento, un ragionamento, una frase spontanea.
Il vero falso d’autore qua è Morgan, ci sembra di dire. Uno che utilizza la tv per rilanciarsi a ripetizione, falsando il falso (a Orson Welles probabilmente sarebbe piaciuto) perché nessuno ci crede davvero che tutta questa pantomina sia reale e non studiata a tavolino. Qualcuno ha scritto che Morgan ha svelato che il re è nudo con questo “incidente”. Gli consigliamo di rivedersi Orson Welles.
I talent show nascono come falso d’autore, far credere ai ragazzini che con un po’ di televisione diventeranno delle star. Non è vero, è tutto finto, e dopo un po’ di tv questi ragazzini spariscono nel dimenticatoio.
Gli ultimi casi stanno dimostrando che, forse, finalmente il re è nudo: cantanti da poco usciti dai talent non interessano più nessuno: Alessio Bernabei ha rinvia il tour, Elodie ha cancellato l’unica data prevista per presentare il nuovo album, The Voice of Italy chiude.
Cambierà qualcosa? Boh. Quello che di tutto questo circo fa più male è però vedere un genio musicale come Francesco De Gregori partecipare ad Amici (era già andato anche a X Factor) in veste di sponsor di questi programmi. Lo stesso De Gregori che così ricordava il suo inizio come artista al Folk Club di Roma alla fine degli anni 60: “La paga devo dire che non era granché, anche per quei tempi… a volte 1000, a volte 1500 lire, che venivano in buona parte investite in consumazioni al bar. E poi Cesaroni aveva questo strano metodo di convocazione: ti diceva di comprare il giornale un certo giorno della settimana, il Messaggero, metti al martedì… e se il tuo nome compariva nella programmazione del giornale voleva dire che avresti suonato e cominciavi a prepararti per la scaletta”.
In questo modo spontaneo e genuino dal quel Folk Studio sono usciti giganti della canzone d’autore come lo stesso De Gregori, Venditti, Cocciante e tanti altri.
Dai talent non è mai uscito nulla di valido. Riapriamo il Folk Studio?