Correttamente, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia propone musica religiosa per il periodo pasquale. Quest’anno del 13 al 15 aprile viene eseguita La Passione Secondo San Giovanni di Johann Sebastian Bach, con la direzione di Antonio Pappano ed un cast stellare di specialisti del repertorio barocco, tutti noti al pubblico romano Lucy Crowe (nel cast del Magnificat a Santa Cecilia del febbraio 2014), il mezzosoprano-contralto svedese Ann Hallenberg  che nel 2013, sempre con Pappano sul podio delle compagini ceciliane, si è esibita nella Passione secondo Matteo, Christian Gerhaher ha partecipato a recenti produzioni dell’Accademia (interpretando i Lieder di Mahler nel 2011), nonché Roderick Williams (che interpreta Gesù) ha fatto parte del cast del Peter Grimes di Britten. Il tenore lirico Andrew Staples, nell’impervio ruolo dell’Evangelista, credo, sia nuovo ai concerti di Santa Cecilia; il suo debutto è stato strepitoso.



Delle varie Passioni di Bach (l’altra più conosciuta è quella Secondo San Matteo, mentre è ora appurato che non gli appartiene quella Secondo San Luca a lungo attribuitigli e ci sono dubbio che sia interamente sua quella del periodo di Weimar), questa Secondo San Giovanni è stata eseguita una ventina di volte (dal 1950) nelle stagioni concertistiche di Santa Cecilia.



Era stata concepita per la funzione del Venerdì Stato del 1724. Si dovette cambiare Chiesa di esecuzione quasi all’ultimo momento e  lo stesso Bach la rimaneggiò più volte sino alla metà del 1745 o giù di lì. Oggi viene normalmente eseguita una ‘versione di riferimento’ che utilizza la versione originaria del 1724 con interpolazioni di quelle successive. Bach segue fedelmente il capitolo 18 e 19 del Vangelo Secondo San Giovanni della Bibbia luterana, aggiungendo un breve passaggio del Vangelo Secondo San Matteo. Il lavoro è concepito per essere eseguito nel corso di una funzione religiosa, con uno stacco tra la prima e la seconda parte per l’omelia. Quindi, richiede un organico relativo piccolo in cui si rinvengono strumenti (come i flauti traversi, il liuto, la viola da gamba e la viola d’amore , nonché il basso continuo), allora quasi non più utilizzati, un coro non vastissimo ed un numero limitato di solisti, alcuni dei quali in più ruoli. 



Inoltre è stata concepita  in una Chiesa di non grandi dimensioni, come sono quelle luterane.

Nell’immensa Sala Santa Cecilia (3000 posti), l’orchestra è situata al centro del palcoscenico e l’esecuzione è rigorosamente concertistica (non con proiezioni, costumi ed interpretazione attoriale come quella a cura di Pippo Bono  sul palcoscenico del Teatro Massimo di Palermo, dal 27 al 29 aprile.

Pappano viene dal teatro d’opera ed è direttore musicale dalla Royal Opera House di Londra. Quindi anche se i cantati sono in smoking ed abito da sera, non c’è azione scenica, la sua direzione infonde un forte senso drammatico alla partitura, specialmente nella sequenza del processo .

Magnifico il coro (diretto da Ciro Visco) . Diventa, con l’Evangelista, uno dei due protagonisti principali di chor (come partecipante all’azione) e di choral (come momento di commento e di riflessione)

Andrea Staples ha svolto  brillantemente il ruolo dell’Evangelista, Roderick Williams quello di Gesù , Christian Gerhaher ha preso le vesti sia di Pietro e di Pilato. Il soprano lirico Lucy Crowe ed il mezzo –alto Ann Hallenberg le numerose arie per voci femminili.

Grande successo.