E Sorrentino riuscì ad arrivare là dove neppure la dittatura inflessibile del talent riuscì mai a mettere le mani.  Il nuovo album di Nada “La Posa” che ripropone l’esperienza del trio ensemble dopo quasi vent’anni, rilancia il caso discografico italiano degli ultimi mesi.  Novembre 2016.  La canzone Senza un perché, pubblicata originariamente nel 2004, viene inclusa dal pluripremiato regista italiano all’interno della colonna sonora della popolarissima serie “The Young Pope”.  Risultato?  Un singolo che nella Nada rockettara viscerale degli anni zero riesumava la verve sorniona e sottile di certi suoi celebri successi – passato praticamente inosservato all’attenzione grande pubblico al momento della sua pubblicazione – entra di prepotenza al numero 2 della classifica italiana a ben dodici anni dall’uscita divenendo (stando agli utili indici di gradimento di Youtube e Spotify) uno dei tre brani più popolari e ascoltati in carriera (insieme a Ma che freddo fa e Amore disperato tanto per intenderci). 



La canzone è l’ideale sintesi dell’ultima evoluzione di una Nada che fa dell’ironia arguta e disincantata la mappa di un rinnovato attaccamento alla vita e ai suoi piccoli e grandi misteri.  Il suo successo tardivo, l’emblema di un periodo e insieme lo smascheramento di una mentalità dominata da miopia diffusa e scaltri manovratori.  Eppure nelle intenzioni di Nada e nell’immaginario dei suoi fedelissimi questo brano era già un momento rilevantissimo del repertorio, tanto da trovare posto nel 2008 nel suo fondamentale live antologico “Stazione Birra”.



Un’importanza che vive in una riproposizione acustica che consacra in via definitiva questa e altre recenti perle.  Con il valore aggiunto (e imprevisto) dell’estremo tributo al recentemente scomparso grande chitarrista Fausto Mesolella, qui con il contrabbassista Ferruccio Spinetti all’ultima apparizione sonora della storica sezione corde degli Avion Travel.  Legittimo allora chiedersi quale potrebbe essere l’effetto se il celebre regista di turno o qualche illuminato di radio e tv, andasse in controtendenza sostenendo la musica di qualità, quella scritta, prodotta e curata come un tempo da vecchi ma anche nuovi esponenti della canzone. 



Il fatto poi che Guardami negli occhi e Luna in piena seguano in scaletta Senza un perché ha un effetto traino e insieme provocatorio.  La prima con il suo attraente refrain come in certi classici dell’artista livornese.  La seconda che impasta il suo tipico magnetismo melodico, tutto ironia e sorrisi graffianti, con un ossessivo incedere tra alternative e rock blues.  Entrambe a Sanremo rispettivamente nel 1999 e 2007, entrambe snobbate in tempi in cui si cercava di smerciare le prime tendenze dell’ultimo triste modello di artista prefabbricato.
Già in apertura Ti troverò illustra un perfetto esempio di rock acustico che unisce l’antico gusto di Nada per la melodia italiana alla sua evoluzione rock di terza maniera.  Il raffinato duo di supporto asseconda qui la voce schizzata dell’autrice nei fumanti squarci elettrici finali con un Mesolella che sale in cattedra.  Spazio per gli episodi più recenti con la serena nostalgia di L’estate sul mare e ancora per il gustoso inedito che da il titolo al disco, quasi una canzone filastrocca con un tocco fiabesco che rimanda alle melodie della Nada dei primi anni.  La nostra appare persino spiritosa nel far teneramente il verso alla sua prima maniera nella bellissima Una pioggia di sale

E ancora cover che pescano ora da un cantastorie delicato e profondo come il Testa di Dentro la tasca di un qualunque mattino, ora nella litania popolare salentina di Malachianta e nella Dietrich di Falling in Love Again.  Nada se la cava con la consumata classe di una interprete dal cuore sempre intatto e vorace, tre le movenze felpate di Spinetti e le stoccate eleganti di Mesolella.
Come nel precedente del trio anche qui viene ripescato con Sul porto di Livorno, un altro prezioso reperto dello storico e allora sfortunatissimo disco nato dalla collaborazione con Piero Ciampi.  E la conclusione di Grazie, deliziosa pastiche un po’ punk un po’ ye-ye presa dalla Nada battagliera degli anni zero, è la perfetta canzone liberatoria spezza-tensione che congeda con un cenno di complicità e un tocco di ironica spensieratezza.  Che dire dunque? Avanti il prossimo Sorrentino.