Ebbe il suo momento di gloria negli anni 90, un solo singolo di grande successo intitolato Children e poi più niente. E’ il destino comune dei dj, personaggi che azzeccano un singolo e spariscono, come autori di dischi, nell’anonimato, ma non dal mondo delle consolle dove continuano a fare carriera. Di origini italiane ma nato in Svizzera, Roberto Concina nome d’arte Robert Miles, è scomparso a soli 47 anni per un tumore. In realtà Miles aveva azzeccato non solo il singolo ma un disco intero, l’album Dreamland che vendette un milione di copie in Europa e mezzo milione tra Stati Uniti e Canada facendogli vincere anche un Brit Award, unico italiano ad aver mai ottenuto tale prestigioso riconoscimento. Erano i tempi d’oro delle discoteche, quando da Ibiza ai club underground di Londra e New York si inventavano sempre nuove formule sonore, un periodo ricco di fermenti che per un momento fece di questa questa musica che oggi è morta e sepolta, fatta solo di campionamenti rubati qua e là e di basi tutte identiche, qualcosa di innovativo e vivace. 



In particolare Miles si era dato alla musica trance, una risposta all’ossessivo martellamente elettronico della techno, una sua variante fatta di suoni ambient, pop e anche musica classica, che a quei tempi si usava in particolari stanzette delle discoteche proprio per decomprimere il claustrofobico rumore della techno che distruggeva i cervelli degli ascoltatori. Ecco perché i dj come lui che si occupavano di questo filone avevano delle capacità in più, da veri musicisti, capaci di amalgamare su una  base ritmica techno e un basso sincopato autentici pezzi di musica che procurava uno stato di benessere. Children è forse il brano manifesto di questo genere, fusione di armonie trance e beat dance, con inserti di progressive dance. Per il brano Miles pensò a un video di accompagnamento molto nostalgico: una bambina è seduta all’interno di una automobile e osserva il paesaggio che scorre dal finestrino: dalla torre Eiffel di Parigi finoa alle montagne care al dj della Svizzera nella quale era cresciuta. fino all’imbocco del traforo del Monte Bianco che lo porta nel paese di origine della sua famiglia, l’Italia.



Musicalmente è una bella ambientazione trance, inizio con pianoforte classicheggiante, suoni di ambiente, ritmo che accelera, atmosfere classicheggiante piene di malinconia. Il brano perfetto per godere di un po’ di pace e di “trance” dopo essersi massacrati sulle piste da ballo. Miles negli anni duemila fece due remix di Children, ottenendo qualche riscontro, ma l’epoca d’oro della trance era finita da tempo. Curiosamente, ma mica tanto visto che in Italia le discoteche sono sempre state viste come luoghi da sballo per andare fuori di testa, la trance nel nostro paese non ebbe mai grande successo, mentre spopolò in Germania, in Beglio e nei paesi nordici oltre naturalmente a Ibiza, dove Miles è vissuto fino al giorno della sua morte. Per dire quanto Miles non fosse il semplice dj come tanti, basti dire che nel corso degli anni fece un disco addirittura con il chitarrista dei King Crimson, Robert Fripp, Soundbites, un lavoro di atmsofera e collage sonori d’avanguardia, e un altro com il musicista africano Trilok Gurtu.