E’ morto dopo essersi esibito in un concerto, a Detroit, la morte più gloriosa per un musicista, aver speso la sua vita sul palco fino all’ultimo momento, proprio come Lucio Dalla che morì la mattina dopo un concerto a Montreux. Ma Chris Cornell, vero nome Christopher John Boyle, aveva solo 52 anni. Le cause della morte sono ancora sconosciute, si pensa, dato il suo passato, alla droga, ma è tutto da verificare. Incredibilmente pochi giorni fa era già stata annunciata la sua morte, rivelatasi una bufala, ma non può solo essere una coincidenza. Forse era stato male, e qualcuno del suo giro aveva pensato fosse morto. La famiglia al momento chiede il rispetto della privacy e dice che lavorerà “strettamente con il medico legale per determinare i motivi della morte”. Secondo il suo portavoce, Brian Bumbery, la sua morte è stata del tutto inaspettata, potrebbe essersi trattato di un comune infarto. Nonostante passati abusi, da anni il cantante sembrava fisicamente in ottima forma. Alle otto di sera, ora locale, prima di salire sul palco, aveva postato il suo ultimo tweet, che dimostrava la sua forma fisica e mentale lucida e grintosa: “#Detroit finally back to Rock City!!!! @soundgarden#nomorebullshit”.



Con la sua scomparsa si chiude definitivamente un’epoca storica, una delle più significative della storia del rock, quella del grunge, di cui Cornell con la sua band, i Soundgarden, aveva condiviso la leadership con Nirvana e Pearl Jam. Kurt Cobain è morto da decenni, Cornell negli ultimi anni era sparito dalla scena che conta, esibendosi in piccoli locali, ma la sua importanza nel mondo del rock resta immensa. La lista dei protagonisti musicali di quella scena è purtroppo lunghissima, e sembra non dover finire mai.



Tra le canzoni più amate del gruppo, il brano Black Hole Sun che fruttò loro un premio Grammy. La band si sciolse nel 1997 per riformarsi brevemente nel 2010. Inizialmente Cornell fondò gli Audioslave, un gruppo che non ebbe mai un grosso impatto commerciale, con l’ex chitarrista dei Rage Against the Machine. Allo stesso tempo naugurò una carriera solista inziando nel 1999 con l’album Euphoria Morning, incidendone poi altri quattro l’ultimo dei quali Higher Truth raggiunse un buon successo di classifica. Nel 2012 si era esibito a Hyde Park a Londra e nel 2006 era entrato in classifica in Inghilterra con la canzone della colonna sonora del film di James Bob Casino Royale, You Know my Name.



Grandissimo vocalist, una delle voci più originali e intense della storia del rock, la sua morte porta il lutto in tutta quella cosiddetta Generazione X cresciuta durante l’esplosione della scena musicale di Seattle. Nel 2002 insieme ai Pearl Jam apparve con una piccola parte nel film Singles che raccontava appunto la vita di quella generazione perduta, senza ideologie e che aveva rinunciato al grande Sogno Americano. Fece anche da modello per il produttore di moda John Varvatos e aveva aperto da poco un ristorante, a Parigi. Dopo aver divorziato dalla prima moglie da cui aveva avuto una figlia nel 2000, si era risposato e avuto una seconda figlia nata nel 2004 e un maschio, nel 2005. Grazie all’influenza della seconda moglie di origini greche, si era recentemente convertito al cristianesimo ortodosso. A lungo dipendente da alcol e droga, ne era uscito dopo un ricovero, commentando: “C’è voluto molto per capire che da sobrio la vita è meglio. Passare alla riabilitazione, onestamente, mi ha aiutato … mi ha allontanato dalla semplice fatica quotidiana della depressione e cercando di non bere o usare droga,  capisci che in realtà è qualcosa che qualsiasi idiota può ottenere e farcela, ma devi volerlo, devi deciderlo, e non farti più o non ti fermerai più e ti ucciderà”.

Proprio quando sembrava avercela fatta per sempre, è invece morto. Nella sua canzone più famosa, Black Hole Sun aveva profeticamente cantato: “Nella mia giovinezza ho pregato che il Paradiso cacciasse via l’Inferno”. Adesso il suo inferno personale è finito, è tempo di bussare alle porte del Paradiso.