I messaggi per la morte di Chris Cornell, cantante dei Soungarden, hanno sicuramente fatto capire quante persone e artisti ci tenessero a questo grandissimo personaggio. Per l’artista ha voluto parlare anche Elisa Toffoli che ha dimostrato di gradire moltissimo la sua musica e quello dato al mondo dell’arte più in generale. Sul suo profilo di Twitter la cantante italiana scrive postando una foto di Chris Cornell: “Addio a Chris Cornell. Grazie per la tua musica e per la tua arte. La tua angelica e potentissima voce resterà qui a suonare da milioni di casse nei secoli dei secoli. Grazie per l’immensità che ci hai lasciato. Non riesco ancora a crederci. Dobbiamo lasciarti andare. Una grande preghiera per la tua famiglia e che tu possa vegliare sempre sui tuoi figli anche da lassù e accompagnarli nella vita. Buon viaggio nella luce dell’infinito. Grande anima”, clicca qui per la foto e per i commenti dei follower. (agg. di Matteo Fantozzi)



Gli amanti della musica rock sono stati scossi, oggi, dalla notizia della morte di Chris Cornell, icona del movimento Grunge ed anche lui finito nel vortice di quella inquietante profezia. La dipartita dell’artista di Seattle, attorno alla quale aleggia il sospetto del suicidio, è stata commentata da numerosi amici e colleghi che si sono riversati sul web per esprimere il proprio cordoglio. Jimmy Page ha usato Twitter per pubblicare il suo messaggio in seguito alla notizia della scomparsa di Cornell: “RIP Chris Cornell Incredibly Talented Incredibly Young Incredibly Missed”, ha twittato, allegando una foto dell’artista 52enne morto (clicca qui per vedere il messaggio). Carlo Verdone, attore e regista nostrano, grande amante della musica, ha usato invece la sua pagina Facebook per destinare il suo pensiero a Chris Cornell: “Chris Cornell era l’ultima costola del “grunge’ di Seattle. Cantante fantastico, voce bellissima, potente e coinvolgente”, scrive. “Mi dispiace tanto perché comincio a non avere più riferimenti musicali. Lui lo era: superstite combattente di un rock particolare, di una musica fatta a mano, senza effetti, senza trucchi”, ha aggiunto Verdone, che ha concluso: “Ci ha dato tanta energia e buonumore per il suo talento. Era un grande!”. Clicca qui per leggere l’intero post su Facebook. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



La polizia di Detroit sta indagando sulla scomparsa prematura del cantante dei Soundgarden, Chris Cornell, morto in circostanze ancora tutte da chiarire all’età di 52 anni. Prima una macabra indiscrezione, poi la terribile conferma che avrebbe gettato nello sconforto la famiglia dell’artista che ha chiesto che sia rispettata la privacy in questo momento di forte dolore. Intanto, come rivela Leggo.it, attorno alla morte di Cornell la polizia sospetta il suicidio, pista attualmente battuta e che metterebbe in risalto lo spettrale alone attorno alla rivoluzionaria vicenda del Grunge, caratterizzata purtroppo da fin troppe morti precoci. A tal proposito non si può non citare Andrew Wood, il carismatico leader dei Mother Love Bone, nonchè fondatore del movimento, compagno di stanza di Chris e suo migliore amico, morto a 24 anni a causa di una dipendenza dall’eroina. E’ poi stato il turno di Layne Staley, cantante degli Alice in Chains; Scott Weiland, cantante degli Stone Temple Pilots e dei Velvet Revolver, fino a Kurt Cobain. Vero punto di riferimento di un’intera generazione, Chris Cronell, al secolo Christopher John Boyle in un libro dedicato all’amico Andrew Wood aveva ribadito quanto la sua scomparsa lo aveva scosso, fino a portare l’intera scena musicale di Seattle in una spirale collettiva e autodistruttiva. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Ha scosso il mondo della musica e del rock mondiale la notizia della morte di Chris Cornell, voce dei Soundgarden e degli Audioslave, venuto a mancare all’età di 52 anni. Mentre le indiscrezioni parlano di un decesso in seguito ad un gesto autolesionista, a confermare la notizia della morte è stato anche il suo agente, Brian Bumbery che, come rivela l’agenzia di stampa Ansa, ha descritto come “improvviso e inatteso” il decesso del cantante, tale da aver letteralmente sconvolto la moglie ed i tre figli. Mentre proseguono le indagini per fare luce sulle cause della morte di Chris Cornell, la famiglia ha chiesto il massimo riserbo attorno alla drammatica vicenda, sebbene abbia chiarito che “collaborerà a stretto contatto con le autorità mediche per stabilire le cause del decesso”. Considerata una delle voci più influenti del grunge, insieme ai Nirvana, i Pearl Jam e gli Alice in Chains, Cornell era attualmente in tour a Detroit. E’ qui, presso l’MGM Grand Casino Hotel che la stella del rock ha incontrato la sua prematura fine. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

La morte del leader e cantante dei Soundgarden, Chris Cornell, ha lasciato sgomenti i fans e tutto il mondo della musica. Ma un’ipotesi ancor più inquietante si sta facendo strada, secondo notizie riportate dai media americani e in particolare dal Mirror. Cornell è stato ritrovato morto dai suoi familiari nel bagno di un hotel, e secondo quanto riportato da Michael Woody del Dipartimento di Polizia di Detroit, l’ipotesi maggiormente accreditata al momento è quella del suicidio. Al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine Cornell è stato trovato esanime nel bagno dell’albergo senza apparenti segni di violenza: Woody ha confermato al Mirror che la pista sulla quale si sta indagando è quella del sospetto suicidio, e che tutti gli elementi della ricostruzione finora emersi fanno propendere verso il fatto che Chris Cornell si sia tolto la vita, anche se le indagini vanno avanti e non saranno tirate conclusioni affrettate. La moglie di Chris Cornell, Vicky, è stata comunque già informata dell’ipotesi-suicidio. (agg. di Fabio Belli)

La tragedia che ha colpito il mondo della musica, ancora una volta in questi ultimi due anni terribili, ci ha privato di Chris Cornell e delle sue performance grunge-rock. Un gruppo travagliato, i Suoungarden, come travagliato era il loro leader sulla cresta dell’onda da 30 anni: in un vecchio colloquio con La Stampa nel 2012 (ripubblicato oggi dai colleghi di Torino dopo la morte del cantante) Chris racconta la storia, i sogni e le fratture interne alla band, come nella sua vita. «Ho riascoltato le nostre vecchie cose, negli ultimi tempi – dice Cornell – e devo dire che quelle che non mi piacciono, hanno più che altro a che fare con le mie interpretazioni. Mi pare fossimo bravi, anche se all’epoca non capivamo bene perché. È che quando hai 22 anni il gruppo diventa molto rapidamente, e di gran lunga, l’aspetto più importante della tua vita, non c’è paragone con tutto il resto», racconta Cornell ai colleghi de La Stampa.

E ammette anche, qualche riga più tardi, come tutto questo “caos” «ti rende estremamente vulnerabile, sei terrorizzato che gli altri possano, anche inavvertitamente, distruggere il tuo sogno, e il passo da vulnerabile a paranoico è brevissimo, hai paura di perdere ciò che hai, e quando ti senti così cominci a comportarti in maniera strana, vivi malissimo, sei stressato». Per questo motivo, probabilmente sono arrivati alla prima frattura che ha tenuto lontano dalle scene i Soundgarden per anni: «è facile stancarsi di quella pressione e mollare tutto, anche perché non hai la maturità necessaria per capire che agli altri importa quanto a te», confessa ancora un malinconico Chris Cornell.

Chris Cornell abbandona un mondo che lo adorava: se ne va a 52 anni quando ancora tanto spettacolo poteva regalare nei concerti (l’ultimo proprio ieri sera, quasi fosse uno scherzo ironico del destino). Una carriera da urlo per uno che con in Soundgarden ha suonato tra i migliori rock della storia, in particolare nella versione Grunge tornata molto di moda anche dopo il Duemila.  Come i Nirvana e i Pearl Jam, Chris Cornell lascia questo mondo dopo averlo illuminato con canzoni e hit che resteranno scolpite nella pietra musicale del tempo: da Balck Hole Sun, vero inno di un’epoca che proprio ieri sera ha ricantato davanti alla platea di Detroit e tutti poi gli altri album che hanno scritto le pagine mondiali di un rock alquanto caratteristico. Miglior album rock ai Grammy Awards 1995, i più grandi successi li ha visti con i Soundgarden prima e con gli Audiioslave poi, ma anche come solista si è “difeso” molto bene, pubblicò l’album “Euphoria Morning”, seguito nel 2007 da “Carry On”, nel 2009 da “Scream”, nel 2011 da “Songbook” e nel 2015 da “Higher Truth.

Divenne di nuovo “famoso” agli occhi delle giovani generazioni con il brano “You Know my name”, colonna sonora di Casino Royale, uno dei capitoli più visti della saga James Bond. Una chicca raccontata da Music Fanpage nel suo speciale per la morte di Chris Cornell, narra come «I Soundgarden, riformatisi nel 2012, quando pubblicarono prima il singolo “Live to Rise”, colonna sonora del film The Avengers e poi l’album ” King Animal” – furono la prima band grunge a firmare con una major (A&M), lanciando la strada ad altre band come Nirvana, Pearl Jam e Alice in Chains».

Se ne va un’altra icona del rock mondiale, è morto questa mattina Chris Cornell a soli 52 anni e dopo aver cantato giusto ieri sera il suo ultimo concerto. Uno spettacolo per un amante della musica e del rock come lui essersene andato dopo la sua ultima performance, un pugno nello stomaco per fan, amanti della sua musica e per la sua famiglia. Idolo della band Soundgarden prima e Audioslave dopo la separazione del suo primo gruppo con cui ha scritto la storia del grunge, assieme ai mitici Nirvana. La notizia è stata confermata questa mattina all’Associated Press dal suo agente, dopo che nei giorni scorsi era già circolata la notizia della sua morte, poi smentita.

Secondo quanto racconta l’agente di Cornell, vero nome Christopher Boyle, sono in corso accertamenti per determinare i motivi della morte; al momento si chiede il rispetto della privacy della famiglia. Lascia tre figli che perdono un papà a 52 anni dopo una vita fatta sicuramente di eccessi – per questo si sospetta che la droga possa c’entrare anche con l’ultima crisi di questa notte – ma anche di grandi successi e con un travaglio interiore evidente e palese nei testi delle sue canzoni. Pazzesco il modo in cui se n’è andato con quel suo ultimo concerto di Detroit ieri sera che ovviamente nessuno poteva pensare essere “l’ultimo”: Detroit, finalmente tornato nella città del rock», è il suo ultimo cinguettio su Twitter, poco prima di esibirsi sul palco e lasciare questo mondo. Purtroppo, molto (troppo) presto.