Sta facendo il giro di internet una lettera che un padre di tre ragazzine americane, fan di Ariana Grande come quelle che sono morte al suo concerto a Manchester, ha inviato alla cantante. Patrick Millsaps, questo il suo nome, è un produttore televisivo e conosce bene il mondo dello spettacolo e proprio per questo ha scritto alla giovane star che, da quando è successa la strage, ha lasciato un solo messaggio di disperato dolore per quanto accaduto, ha cancellato la tournée ed è tornata a casa.



Millsaps inizia dicendole che lei, Ariana, in un modo o nell’altro fa parte della sua famiglia, perché in macchina ascoltano le sue canzoni, ha visto le sue serie televisive, come succede a ogni famiglia i cui figli si appassionano d qualche cantante o attore, i genitori sono “obbligati” all’ascolto. Poi espone alcuni punti. Nel primo dice che lei non deve sentirsi responsabile di quello che è accaduto quella maledetta sera: “se qualcuno con la sua macchina avesse ucciso qualcuno davanti al tuo hotel a Manchester, ti saresti sentita responsabile? E se la notte prima un tornando avesse colpito la città uccidendo persone sarebbe stata colpa tua? Non sei responsabile allo stesso modo in cui non lo sei delle azioni di un pazzo vigliacco che ha ha fatto quello che ha fatto al tuo concerto”.



Poi da conoscitore del mondo delle star, le suggerisce di tenere lontani manager, casa discografica, organizzatori di concerti per almeno un mese: “Se non ti lasciano sola chiedendoti di tornare a lavorare, licenziali”. Questa gente, aggiunge, non sa nulla di quello che stai passando. Invece “passa del tempo con il tuo Dio, la tua famiglia e i tuoi amici che ti daranno il sostegno di cui hai bisogno”. 

E allora, conclude, solo quando e dico solo quando te la sentirai, “per tutti i papà che amano (si interrompe ironicamente)… le cui figlie amano la tua musica, torna a cantare”. 



La musica, conclude, è il linguaggio internazionale della pace; ogni volta che apri la tua bocca condividi quell’incredibile talento che Dio ti ha dato, facendo diventare questo mondo cattivo meno cattivo.