Il Tribunale di Milano ha bloccato la commercializzazione dell’ultimo disco di Roger Waters, l’ex Pink Floyd. Uscito lo scorso 2 giugno, l’album “Is This the Life We Really Want?” è stato tolto da negozi e piattaforme online con un decreto urgente a causa del plagio di Emilio Isgrò nella copertina, nell’involucro, nel libretto illustrativo del vinile, nel cd e nel formato digitale del disco. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, per l’album di Roger Waters sarebbe stata usata la cancellatura, una cifra stilistica dell’artista concettuale. Il provvedimento della è stato giudicato «proporzionato» dalla giudice Sara Giani, perché non viene esclusa la commercializzazione della musica «con diverse modalità esteriori».



La Sony, che si occupa della distribuzione del disco prodotto dalla Columbia Records, nell’udienza del 27 giugno potrà comunque opporsi al provvedimento. La giudice fa notare che alcune recensioni del disco hanno associato la copertina all’ignaro artista, a cui né Roger Waters né le multinazionali hanno chiesto l’autorizzazione per l’uso o la citazione delle opere originali. Waters e la Sony in vista della prossima udienza potranno rendersi disponibili ad una composizione bonaria: questo è almeno l’auspicio della giudice.



Chi è Emilio Isgrò? Si tratta di un artista e scrittore italiano, nato a Barcellona Pozzo di Gotto il 6 ottobre 1937, conosciuto appunto per il linguaggio artistico della “cancellatura” e per aver creato nel 2015 il Seme dell’Altissimo, una scultura in marmo di sette metri d’altezza, esposta all’interno dell’Expo di Milano. Le sue opere sono state esposte in mezzo mondo: dal MoMa di New York al Centre Pompidou di Parigi, dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia al Palazzo Reale e al Museo del Novecento a Milano, dalla Biennale di Venezia a quella di San Paolo del Brasile, di cui ha vinto la quattordicesima edizione. «Quello che si è verificato è un plagio palese delle mie opere, in particolare delle opere esaminate dal Tribunale di Milano», ha dichiarato Emilio Isgrò dopo la sentenza. A prescindere dal plagio, Roger Waters è un artista che ammira: «Magari, un giorno, avremo anche occasione di incontrarci».

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