COLPA D’ALFREDO: LA CANZONE DELLA POLEMICA RAZZISTA (SBAGLIATA) APRE IL MODENA PARK DI VASCO ROSSI

Colpa d’Alfredo: è la canzone che ha aperto il Modena Park di Vasco Rossi. E sai che onore, per un brano bistrattato e criticato, essere il brano che dà il via al concerto più importante della carriera del Blasco. Un modo per rispondere anche alle accuse di chi, nel 1980, lo accusò (fraintendendo il significato del testo) di essere un razzista. Sì, perché nel brano della polemica, Vasco, senza usare mezzi termini, se la prende con il “negro”, quell’africano che “non parla neanche bene l’italiano”, che gli ha rubato “la troia”. E la colpa di chi è? La colpa ovviamente è d’Alfredo: Alfredo che “con i suoi discorsi seri e inopportuni mi fa sciupare tutte le occasioni”. Ma Vasco, direte voi, allora è stato davvero razzista? No, il perché lo ha spiegato a Paolo Bonolis:”Allora i ruoli erano il dj, il negro e la troia. Chiaro che a volte sono stato anche io la troia e altre volte il negro. I ruoli erano intercambiabili, tanto più che negro non era per il colore della pelle: era quello più sveglio che ti frega la ragazza”. Quella ragazza che prima di iniziare a parlare con Alfredo gli aveva chiesto di essere accompagnata fuori Modena, Modena Park. E oggi rieccoci qua, a Modena Park, 40 anni dopo. Clicca qui per vedere l’esibizione di Vasco Rossi in Colpa d’Alfredo!



Ma possibile che per tanti anni, anche prima di questo Modena Park, nessuno abbia capito che Colpa d’Alfredo tutto era tranne che una canzone razzista. Possibile, come confermato dallo stesso Vasco Rossi, costretto nel tempo a spiegare che quel brano tutto era fuorché un attacco ai neri. Colpa d’Alfredo fu sì una manovra di marketing, un modo per promuoversi come “provocautore”, ma l’aneddoto era vero e inoffensivo, come spiegò a La Repubblica 10 anni fa:”Lavoravo in un locale, facevo il disc-jockey. Mi ero fermato a parlare con lui (Alfredo) e a giocare a “Space Invader”. Mi ero messo d’accordo con una per portarmela a casa, poi vedo che va via con un altro, un mio amico, un bassino, certo Santino, quello che cuccava le più carine. Inventai Colpa d’Alfredo proprio dopo quell’episodio, scherzando con la chitarra”. Dunque l’africano inteso come quello che ci sa fare, o come il superdotato perché, ammette Vasco, “conta anche quello”. Ma mai come offesa di razza: quella no, quella mai, non da Vasco:”Molti mi diedero del razzista, ma non sapevano che quel negro non era rivolto a una persona di colore, ma era il soprannome che in città avevano dato a un tipo che quella sera, in quel locale, mi rubò una ragazza. Ma era un razzismo al contrario al massimo, in lui c’era una superiorità rispetto a me, aveva vinto lui”. 

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