Quella che si è vantata per secoli di essere la più antica (e la più solida) banca dell’età moderna, e che negli ultimi quarant’anni pare essere stata particolarmente attenta a richieste di finanziamento di chi era prossimo ad una parte politica, è stata ‘statizzata’ con la benedizione delle autorità europee. Si spera che prima o poi verrà riprivatizzata. Da circa tre anni, a Siena non tira aria buona. Anche in piena estate, il turismo non è esaltante: strade piene, paninerie stracolme, ma ristoranti vuoti.
Per fortuna che c’è la Chigiana, l’accademia di alta specializzazione musicale che ha il livello dei grandi istituti (come la Juilliard School, il Curtis Institute, la Guidhall ed i grandi conservatori francesi , tedeschi e dell’Europa Orientale. Guidata dal Presidente Marcello Clarich della Fondazione Chigiana e dal Direttore Artistico Nicola Sani compositore ed organizzatore musicale, ha riformato totalmente i corsi estivi di perfezionamento ed il piccolo festival (‘La Settimana Chigiana’) che si teneva nel solo mese di luglio con il nome di Chigiana International Academy and Summer Festival che invece dura dall’inizio di luglio a fine agosto proponendo sessanta appuntamenti. Con il supporto dei Rotary Clubs della Toscana ha anche ripristinato con modalità nuove il Premio Chigiana in passato attribuito a musicisti come Gidon Kremer, Peter Serkin, Evgenij Kissin, Esa-Pekka Salonen, Andreas Schiff. Per loro e per molti altri è stata una partenza importante per le rispettive carriere.
Il premio è stato rinnovato in quanto ora comprende audizioni-selezioni internazionali (da parte di una giuria anch’essa internazionale, a Bruxelles, Mosca e New York) prima dello spareggio tra i due finalisti, la violoncellista olandese Ella van Poucke ed il pianista russo Arseny Tarasevisch-Nikolaev.
Il concerto, aperto e chiuso da due brani di Prokof’ev indicativi rispettivamente del suo stile giovanile (la celebre ‘Sinfonia Classica’ del 1917, già un segno di ribellione nei confronti del ‘realismo socialista’ di Zdanov ) e la sonata per violoncello e orchestra del 1949, dopo il suo ritorno in Russia al termine di una permanenza all’estero (Francia, Stati Uniti e Belgio) quasi ventennale. La composizione dell’allora ventitreenne Rachmaninov è la prima realmente importante dell’autore specialmente per la perizia con cui i sei brani, pur divergenti in molti punti stabiliscono nessi fra loro. Il brano di Schumann è un esempio degli ultimi anni, tormentati, della vita dell’autore. Il notissimo concerto di Grieg è uno snodo importante verso il tardo romanticismo. I brani sono scelti per le finalità del premio. Nel primo il dialogo è tra il violoncello ed il pianoforte. In altri due, rispettivamente il pianoforte ed il violoncello interagiscono con l’orchestra.
Ambedue i finalisti sono eccellenti (molto bravi anche i due giunti al terzo ed al quarto posto, Alexander Malofeev (piano) e Miriam Prandi (violoncello). Ella van Poucke ha avuto la ‘stella d’oro’ e Arseny Tarasevisch-Nikolaev ‘la stella d’argento’. Si aggiungono, come ‘premi speciali’, varie scritture in stagioni concertistiche in Italia ed all’estero. Di altissimo livello l’orchestra della Toscana. La Giuria del Premio era così composta: Boris Belkin (Docente del Corso di Violino dell’Accademia Chigiana), Marco Riaskoff, Fedra Florit, Pierangelo Conte, Alexander Romanovsky, Marcello Clarich (Presidente dell’Accademia Chigiana), Paolo Petrocelli (Head of Development, Comunication & Marketing dell’Accademia Chigiana), Cesare Mancini (Assisttente del Direttore artistico dell’Accademia Chigiana) e Nicola Sani (Direttore artistico dell’Accademia Chigiana).