Fece storia l’esibizione di Bob Dylan alla cerimonia di insediamento di Bill Clinton, nel gennaio 1992, alla Casa Bianca. Chiamato a esibirsi insieme ad altri grandi nomi dello spettacolo, il cantante americano, come d’abitudine, cantò in modo indecifrabile, facendo impazzire l’addetto  come interprete della lingua dei segni che a un certo punto mollò l’impresa perché non capiva una parola. Fece altrettanto storia l’interprete sudafricano alla cerimonia di apertura delle olimpiadi in Sudafrica: andò avanti a “tradurre” nella lingua dei segni i grandi capi di stato fino a quando qualcuno si accorse che stava facendo dei segni a caso, senza alcun significato. Un genio. 



L’abitudine di mettere un addetto speciale che traduca le canzoni per i sordo muti nei paesi anglosassoni come abbiamo potuto vedere risale ormai a parecchi anni, da sempre più avanti del nostro per quanto riguarda le minoranze e i disabili. L’ultimo episodio, questa volta non da ridere ma commovente, risale a un concerto di qualche giorno fa, quello del rapper Waka Flocka Flame a Manchester, in Inghilterra. A bordo palco c’era la signora Holly Maniatty impegnata a tradurre le parole del rapper con il linguaggio dei segni. Altro che Bob Dylan: stare dietro a un rapper che come si sa sputano parole come una mitragliatrice è una impresa, ma la donna ha stupito tutti per l’impegno profuso tanto da diventare ancora più spettacolare dell’artista sul palco, che a un certo punto si è accorto di lei, è sceso dal palco continuando a rappare e l’ha abbracciata, dando vita a un formidabile duetto. 



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