Steve Hackett è sicuramente uno dei più apprezzati chitarristi rock; ex Genesis da anni ha sviluppato una propria carriera solista e, complice il ritorno di interesse per la musica Prog, sta vivendo una seconda giovinezza grazie ai recenti tour nei quali oltre al suo interessante repertorio ha pensato di riproporre dal vivo il vecchio repertorio dei Genesis. Da anni ha attrezzato una efficiente band, ma dal 2014 gli va dato merito di aver incluso il cantante svedese Nad Sylvan che, con la sua presenza e la sua particolarissima voce, ha saputo rendere ancor più credibile quel vecchio repertorio.



Nad Sylvan vanta oramai un vasto e sofisticato seguito, i suoi cd sono distribuiti in tutto il mondo e  a, 58 anni suonati, sta vivendo un meritatissima notorietà. 

Originario di West Covina, California, si trasferisce giovanissimo in Svezia dove attualmente vive.Il suo primo album solista THE LIFE OF A HOUSEWIFE è datato 1997,  ad esso faranno seguito SYLVANITE (2003) e UNIFAUN (2008), lavoro che suscita la curiosità del chitarrista Roine Stolt , una sorta di leggenda della musica rock svedese, che gli propone di entrare a far parte degli Agents of Mercy con i quali incide tre album THE FADING GHOSTS OF TWILIGHT (2009), DRAMARAMA (2010), THE BLACK FOREST (2011). Sarà proprio Roine Stolt a segnalarlo a Steve Hackett per il ruolo di cantante. Sylvan  dal 2014 entra così  in pianta stabile nella band del chitarrista  esibendosi in centinaia di concerti e realizzando gli album  GENESIS REVISITED II (2012), GENESIS REVISITED: Live (2013), GENESIS REVISITED: LIVE II (2014), LIVE IN LIVERPOOL (2016)



La sua voce (particolarissima e affascinante,  molto più vicina a   Roger Chapman dei Family  che a Phil Collins e  Peter Gabriel ), unita alla grande presenza scenica e teatralità,  ha conquistato gli spettatori di tutto il mondo, permettendo di rivivere al meglio le atmosfere di quello che sono stati  i Genesis negli anni ’70. 

Con la pubblicazione di COURTING THE WIDOW (2015) ha  sorpreso appassionati e stampa specializzata realizzando un album entrato di diritto fra i must del genere, merito del suo talento e della grande preparazione musicale (Nad suona tastiere e chitarra oltre a cantare , scrivere e arrangiare la propria musica). 



Eccolo ora il  nuovo album  THE BRIDE SAID NO (Etichetta Inside Out), registrato nel corso del 2016 nei periodi di pausa dei tour di Hackett.

“Musicalmente COURTING THE WIDOW era molto più vicino alle atmosfere anni ’70 che in questo nuovo album sono appena accennate. In  THE BRIDE SAID NO c’è un suono molto più attuale e vario. Si potrebbe quasi dire che è molto più vicino al teatro musicale che a qualsiasi altra cosa. Ho cercato di tirar fuori ancora di più il mio animo; non ho di certo abbandonato le mie radici prog , ho invece inserito  più  atmosfere funk e heavy rock, insieme ad elementi sinfonici tipici di Broadway” (Nad Sylvan)

Come per il precedente album produzione curatissima con ospiti di grande livello come lo stesso Steve Hackett (What Have You Done, A French Kiss in An Italian Cafe, Crime of Passion (Vampirate’s Anthem) The Bride Said No), Tony Levin e Jonas Reingold al basso, responsabili delle splendide parti ritmiche unitamente ai batteristi Nick D’Virgilio (Spock’s Beard,Big Big Train,Genesis) e Doane Perry  (Jethro Tull).

Sylvan in questa occasione ha collaborato con altri musicisti ed autori di testi, andando a rispolverare vecchi provini come accaduto con il potentisimo The Quartermaster che gli venne proposto nel 2005 dall’allora sconosciuto diciassettenne Martin Skoog. Un brano questo che manderà in brodo di giuggiole gli appassionati del genere prog. Strepitosi i suoni dei synth opera dello stesso Nad Sylvan; in evidenza il poderoso basso di Jonas Reingold. Per alcune parti vocali Sylvan ha voluto accanto a sé  le cantanti  Jade Elle e Sheona Urquhart. 

Toccanti atmosfere in When The Music Dies con ritmica da manuale (Doane Perry alla batteria e il leggendario Tony Levin (Peter Gabriel, King Crimson) al Chapman Stick. “In questo brano ho voluto in qualche modo rendere omaggio ai tanti grandi musicisti scomparsi negli ultimi tempi”(Nad Sylvan)

In The White Crown atmosfere da minuetto si intersecano con i dinamitardi riff di chitarra di  Jonas Reingold; curatissime le orchestrazioni di Sylvan che qui si esibisce anche alla elettrica, alle tastiere, oltre ovviamente a cantare. In questa brano si narra della pazzia di Vampirate il personaggio protagonista della prevista trilogia iniziata con COURTING THE WIDOW, proseguita con questo nuovo cd e che dovrebbe terminare con la nuova uscita prevista per fine 2018.

Clima da ballad in What Have You Done, scritta insieme a Jade Ell presente con la sua voce, superbe  le parti di chitarra di Steve Hackett, che a dispetto degli anni che passano continua a emozionare grazie alla straordinaria vocalità del suo stile. Grandissimo pezzo dall’entusiasmante crescendo chitarristico, nel quale Hackett incrocia la sua chitarra con Guthrie Govan (Asia, The Aristocrats GPS).

Quando sono stato in tour in Giappone con Hackett, ho fatto la conoscenza con Andrew Latimer il chitarrista dei Camel, uno dei miei gruppi preferiti. Ho sempre apprezzato il suo modo di suonare così caldo e coinvolgente, sarebbe stato molto averlo ospite in questo brano, causa un malanno e i tempi stretti non è poi stato possibile, ma Guthrie Govan è stato molto bravo” (Nad Sylvan)

In Crime of Passion (Vampirate’s Anthem)  sono presenti alle chitarre Roine Stolt e Steve Hackett , amici di lunga data ai quali si deve in qualche modo la consacrazione di Sylvan. Apertura nobilitata dalle orchestrazioni di Anders Wollebeck, la voce di Sylvan si dispiega in tutta la sua bellezza, riuscitissime le sovra incisioni e i cori ad opera dello stesso protagonista; brano dalla grande teatralità che riporta agli antichi splendori del prog più nobile.

In a A French Kiss in An Italian Cafe, rievoca in qualche modo climi ed incontri avvenuti nei trionfali tour italiani con Steve Hackett, da segnalare la presenza di Tony Levin al basso e  stick, oltre a Sheona Urquhart impegnata al sax.

“E’ un brano molto malinconico, dolce e misterioso allo stesso tempo. In qualche modo è una sorta di summa delle atmosfere dell’intero album” (Nad Sylvan)

Ultimo brano The Bride Said No, una sorta di mini suite, che riporta a certi brani dell’epoca d’oro del prog. Orchestrazioni, tastiere, straordinario gusto delle tessiture, suoni, voci (Nad e Tania Doko, Jud Ell, Sheona Urquhart) contribuiscono a chiudere in bellezza un altro grande album regalatoci da questo fior di  musicista che ci sta deliziando con della musica di qualità senza cadere nelle pastoie di genere. 

“Quando ho iniziato a preparare il nuovo album ancora non avevo un’idea precisa circa sulla storia da raccontare. Ripresi in mano The Bride Said No un pezzo che avevo iniziato a scrivere nel 1989 e del quale ho mantenuto qualche verso anche se il resto è totalmente nuovo. Il titolo mi è servito per mettere in  relazione il carattere di Vampirate del precedente album con lo sviluppo preso dal nuovo lavoro” (Nad Sylvan)

The Bride Said No riserva una sorpresa, seppure segnalato per la durata di 12:27, dopo circa due minuti di silenzio è seguito da una traccia fantasma che Sylvan ha voluto regalarci. Packaging di alto livello. Ottime le registrazione avvenute in giro per il mondo e  negli studi Sylvanite dove lo stesso Sylvan ha curato i missaggi.

Ci piacerebbe e molto, vedere all’opera Nad Sylvan con una propria band, ma, visti i tempi che corrono, è chiedere troppo. Per il momento godiamoci questo THE BRIDE SAID NO, fra le migliori uscite di questo 2017. Consigliato “vivamente” a tutti gli appassionati di grande rock. Grazie Nad! Avanti così!