Chiude in positivo il bilancio del Festival Notte della Taranta, che a Melpignano raccoglie oltre 200 mila spettatori. La ventesima edizione porta la firma di Raphael Gualazzi, impeccabile nelle vesti di maestro concertatore. Coreografie a cura di Luciano Cannito: sua la scelta del tema “gitano” ricamato intorno all’elegante ètoile Nicoletta Manni. Non meno validi gli ospiti, dalla calda voce jazz di Gregory Porter alla più rockeggiante chitarra di Gerry Leonard. Ma gli applausi sono tutti per Tim Ries, il sassofonista dei Rolling Stones, che coniuga perfettamente la modernità propria del suo genere al sound più classico e cadenzato del folk salentino. Ottimo anche il percussionista cubano Pedrito Martinez, che dà man forte a Gualazzi nelle sue digressioni jazz. La cantante di Liverpool Suzanne Vega si presta perfettamente ai più difficili intrecci lessicali propri della “lingua” leccese, esibendosi in una versione molto particolare della sua Luka.



La festa va avanti tra gli assoli delle voci di Alessandra Caiulo ed Enza Pagliara, l’una dolce e appassionata, l’altra più pizzicante. Il corpo di ballo si muove esperto su entrambi i ritmi. Da bravi padroni di casa, i BoomDaBash si destreggiano perfettamente sulle note di Acqua della funtana, che gettano letteralmente sul fuoco di una serata ancora in divenire. Le luminarie a forma di cassa armonica fanno da perfetta scenografia alle esibizioni. La serata volge al termine con il blues di Cala la capu, di Raphael Gualazzi. La folla esplode in un lungo applauso quando tocca a lui: è il degno preludio di una serata all’insegna dell’incontro tra culture e popoli diversi, al quale si uniscono (non a caso) tutti i musicisti che hanno preso parte all’evento. Si conclude con Kalinifta, come da tradizione, e la vera sfida, adesso, è smettere di suonare.



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