Quando si parla di un soprano dal nome Grisi, il pensiero va quasi immediatamente a Giulia Grisi, sorella del mezzosoprano Giuditta Grisi, all’epoca del bel canto, ai ruoli che interpretò per Rossini, Bellini e Donizetti, che scrissero parti intere per la sua vocalità, per i ruoli che creò, per i suoi viaggi in tutta Europa e per i suoi complicati amori. C’è anche un web magazine che si chiama Il Corriere della Grisi.
Pochi pensano a Maria Grisi (voce verdiana e wagneriana) che dalla fine dell’Ottocento al 1915 quando (in concomitanza con l’entrata dell’Italia nella Prima guerra mondiale), fu una delle maggiori interpreti del melodramma (e anche del musik drama) non solo nei teatri italiani ma anche in quelli di Atene, Corfù, Città del Messico, l’Avana, Lisbona, e Barcellona. Nota principalmente come grande interprete verdiana (ma fu anche Brunilde al Teatro Comunale di Bologna), Maria Grisi fu una delle prime cantanti ad avventurarsi con la registrazione, partecipando a due sessioni della Gramophone and Typewriter Company nel lontano 1906, sotto la direzione del Maestro Sabajno del Teatro alla Scala.
Non ha dimenticato Maria Grisi, Marco Angelotti, nato, come lei, a Pesaro, ma la cui carriera di ingegnere meccanico si è svolta interamente in Emilia (Bologna e dintorni). Angelotti è un melofilo appassionato di opera lirica, a cui dedica il suo scarso tempo libero. Con grande pazienza, e con la collaborazione di Maria Rita Serra, si è dato il proposito di riportare il nome di Maria Grisi nel pantheon dei grandi soprani della fine dell’Ottocento e dell’inizio del secolo scorso. Con pazienza certosina e con l’impegno tipico di un ingegnere meccanico ha fatto una lunghissima ricerca di archivio nei “luoghi di Maria Grisi”, negli archivi, nelle biblioteche musicali nei musei anche più piccoli e meno conosciuti, al fine di ricostruire la vita e la carriera della cantante e di rendere le registrazioni del 1906 ascoltabili e apprezzabili da un orecchio moderno abituato all’alta fedeltà.
Il prodotto è Maria Grisi. Una voce ritrovata (Zecchini Editore, 160 pp., con un disco incluso). Il volume ricostruisce accuratamente la vita e la carriera di Maria Grisi, dal contesto familiare, agli studi, ai suoi esordi, ai suoi successi prima nazionali e poi internazionali. Ne cataloga (con una nota di Eleonora Benassi) la breve ma importante discografia. Specialmente interessante il capitolo su Wagner all’Italiana, ossia come in quegli anni le opere di Wagner venivano interpretate (in traduzioni ritmiche italiane) per il pubblico italiano; spiega come “i pionieri” dell’epoca dovettero inventarsi qualcosa di nuovo per coniugare declamato wagneriano con il melodramma. Una bella iconografia di immagini dl periodo arricchisce il volume.