“Ho parcheggiato Cat Stevens per un po’” dice all’intervistatore l’uomo che da oltre trent’anni si è ribattezzato Yusuf Islam in seguito alla sua conversione, avvenuta in tempi non sospetti, alla fine degli anni 70. Dopo aver venduto dozzine di milioni di copie di dischi, uno dei cantautori più amati di quel decennio, Cat Stevens scomparve completamente dalle scene diventanti un musulmano ortodosso, di quelli proprio rigidi. Basta musica, perché offensiva nei confronti di Allah, parole di condanna verso il mondo occidentale, anche contro papa Benedetto XVI dopo il famoso discorso di Ratisbona. Poi improvvisamente Yusuf lascia di nuovo il posto a Cat. Torna a fare dischi, concerti, interviste. Fino a nascondere in piccolo sulla copertina del nuovo disco che esce in questi giorni, The Laughing Apple, il nome Yusuf per dare più spazio a quello di Cat Stevens cancellando completamente il cognome “Islam”.
E’ anche una presa di distanza dall’islam più radicale, come aveva detto in una intervista di un paio di anni fa: “A un certo momento mi sono trovato circondato da interpreti del pensiero islamico piuttosto conservatori, e sono state commesse molte ingiustizie, impossibili da ignorare. Quando si studiano le fonti della conoscenza bisogna fare molta attenzione… perché ha a che vedere con la carità. Se si smette di essere caritatevoli si perde qualcosa dello spirito della religione. Ma perché succede? Perché si è stati in qualche modo fuorviati. È facile per le persone, specialmente quando ricevono il soffio della fede, essere indotte in errore da qualcuno che fa la voce grossa“.
Il nuovo disco festeggia i 50 anni di carriera: nel 1967 infatti usciva il suo primo lavoro discografico Matthew and Son, e di quel periodo storico nel nuovo album ha deciso di reincidere alcuni brani. Una celebrazione, ma anche il ritorno al vero se stesso. A proposito di Islam e terrorismo dice infatti “che è la distorsione del vero senso religioso”. La pace? “E’ quello che ho sempre perseguito e sognato, anche se quella del mondo esterno è sfuggente, non hai mai il pieno controllo sulle cose. Penso maggiormente alla pace interiore”.
In realtà un po’ di Yusuf c’era anche ai tempi in cui era Cat Stevens. Le sue bellissime canzoni hanno infatti sempre espresso la ricerca anche drammatica di significato, di senso religioso come dice lui. Adesso Yusuf e Cat hanno imparato a convivere insieme.
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