Esordire a 63 anni dopo aver sognato tutta la vita di fare il musicata e morire cinque anni dopo. E’ il caso di uno dei più sfortunati talenti della musica americana, il cantante Charles Bradley morto di tumore dopo lunga malattia. Ma tutta la vita di Bradley era stata segnata dalla sfortuna, dalle malattie (negli anni 90 si salvò per un pelo dalla morte dopo essere stato ricoverato per allergia alla penicillina). Eppure il suo talento a detta di chi ha avuto la fortuna di vederlo cantare era immenso. Nel 1962, ragazzino, la sorella lo portò con sé a vedere James Brown esibirsi: da allora sognò soltanto di diventare come lui. Ma data l’estrema povertà della famiglia, a 14 anni se ne andò di casa a vivere una vita ancora più povera, vivendo sui marciapiedi di giorno e dormendo in macchine altrui di notte, fino a quando trovò lavoro come cuoco.
Nel ristorante dove lavorava avvenne la prima grande scoperta del suo talento: un collega gli chiese di cantare e lui, vinta la timidezza, si esibì per alcune sere nel repertorio del suo idolo, James Brown. Fu un evento occasionale perché Bradley continuò a fare il cuoco fino a quando, alla fine degli anni 70, si trasferì in California continuando a lavorare di giorno ed esibendosi ogni tanto alla sera. Tornato a vivere con la madre negli anni 90, la sua vita continuava a essere colpita da eventi disastrosi, come la morte del fratello ucciso in un omicidio. Ma allo stesso tempo cominciò a esibirsi come imitatore di James Brown in alcuni locali fino a quando un discografico rimase colpito dalle sue esibizioni. Finalmente nel 2012, con l’uscita del suo primo disco si realizzava il sogno della sua vita. Seguirono altri due dischi fino a quando nel 2016 dovette interrompere una serie di concerti: gli venne diagnosticato un tumore allo stomaco. Proprio quando stava cominciando a gustare il sapore del successo.