David Zard si è spento a 75 anni. Il produttore discografico ha lasciato un segno più che positivo e così, sono stati moltissimi gli artisti del mondo della musica ad averlo ricordato. Dopo una lunga malattia, l’impresario si è spento ieri mattina a Roma, ricoverato al Policlinico Gemelli. Intervistato per Il Tempo, aveva avuto modo di parlare dei grandi numeri della musica per merito di importanti eventi. Da Tiziano Ferro, Ligabue e il Modena Park di Vasco. Zard aveva confessato che sia giovani che meno giovani, al giorno d’oggi sono sempre alla ricerca di grandi eventi di questo tipo: “Ci sono diverse generazioni che hanno bisogno di punti di incontro così, di occasioni di aggregazione e questi eventi sono dei veri e propri meeting point. La gente decide di andare a vedere Vasco o gli U2 perché è sicura di incontrare in quel contesto gli amici, le persone con cui si condividono le proprie passioni”, aveva confessato. Poi ha voluto anche spiegare in che modo ha organizzato tour italiani proprio storici come quelli di Michael Jackson: “Ho organizzato concerti quando era quasi impossibile farlo, quando non c’erano stadi, spazi, strutture adatte e la classe dirigente trattava i protagonisti del rock come drogati, capelloni e puzzolenti. Ora che questi ex capelloni sono sindaci, assessori e sono nelle cabine di comando, c’è quasi una lotta per ottenere nel proprio comune il concerto più di grido. Vent’anni fa organizzare Modena Park sarebbe stato impensabile”. (Aggiornamento di Valentina Gambino)



QUANDO LITIGO’ CON GHEDDAFI

Stanno emergendo tante storie e aneddoti sulla vita di David Zard, come spesso accade dopo la morte di un personaggio molto importante. Spunta così il retroscena sulla lite con Gheddafi per una partita di pallavolo: lo ha raccontato il Corriere della Sera. La sua famiglia gestiva una grande tipografia a Tripoli, ma nel 1967 furono costretti a scappar. Zard partì due giorni prima che in Libia si scatenasse la violenza contro gli ebrei. Eppure conosceva Gheddafi, lo aveva incontrato durante le partite della squadra di pallavolo ebraica, il Maccabi, contro la squadra araba capitana dal giovane Gheddafi. Spesso in campo provocava verbalmente gli avversari con insulti antisemite, come «Maledetti ebrei, vi uccideremo tutti. Il giovane David Zard rispondeva: «Intanto cercate di vincere la partita». Ma la squadra di Gheddafi veniva puntualmente battuta. Proprio in un’intervista del giugno scorso Zard dichiarò di non aver messo più piede in Libia: «Quando Gheddafi, anni dopo, venne in Italia e invitò i tripolini a tornare “perché ogni Paese ha bisogno dei suoi ebrei” ho pensato che avrei visitato la tomba di mio padre, ma il cimitero era distrutto e le ossa sparpagliate. Mi dissero che avrei riavuto le mie proprietà e gli stessi diritti dei musulmani, così chiesi all’ambasciatore se avrei potuto anche fare il primo ministro. Mi rispose: “Non esagerare, sempre ebreo sei”». (agg. di Silvana Palazzo)



SULLA POLITICA DISSE, “SERVIREBBE PIÙ AMORE”

Continuano a susseguirsi i messaggi di cordoglio per la morte di David Zard, l’impresario che grazie alla forza delle sue idee è riuscito a portare in Italia il meglio della musica internazionale. A rendere omaggio al produttore discografico scomparso quest’oggi all’Ospedale Gemelli dopo una lunga malattia sono stati due celebri giornalisti specializzati nel settore musicale come Paolo Giordano e Luca Dondoni. Il primo, su Twitter ha scritto:”David Zard se ne va pochi giorni dopo Michele Mondella. Un’epoca sta dolorosamente voltando pagina”. Rattristato anche Luca Dondoni:”È morto David Zard e ne sono sinceramente dispiaciuto. Shalom”. Un aneddoto molto interessante, che descrive la grande cultura del 75enne di Tripoli, è stato svelato dall’autore di Radio Italia, Gianfranco Valenti, che sempre su Twitter ha scritto:”La morte di David Zard è un colpo per la scena artistica mondiale. L’ultima volta che lo vidi, a microfoni spenti, mi disse: “Romeo e Giulietta rappresenta l’amore a 360°. Se oggi in Italia ci fosse più amore anche la politica se ne gioverebbe. L’odio non porta da nessuna parte””. (agg. di Dario D’Angelo)



IL RICORDO DI GIULIA LUZI E RUDY ZERBI

La morte di David Zard ha colpito nel profondo tanti protagonisti del piccolo schermo. Riportiamo alcuni ricordi condivisi attraverso i social. Giulia Luzi: “Mi piace ricordarti con l’espressione di quando durante la mia prima audizione di R&G mi dicesti con quel sorrisetto furbo “ma non è che se ti prendo poi mi abbandoni per fare le fiction?! David, eri un grande. E mi riferisco soprattutto alla tua umanità. Gentile, sincero, schietto, ironico, acuto, rassicurante. E come tale oggi lasci un grande vuoto”. Su Twitter arriva anche il ricordo di Rudy Zerbi: “Devo a te la prima volta in cui ho visto Michael Jackson dal vivo a Torino nel 1988. Da lì, tante avventure musicali vissute insieme. Grazie per avermi insegnato che i sogni si possono far diventare realtà”. Negli ultimi anni Zard aveva denunciato il fenomeno del secondary ticketing pilotato: era inoltre diventato agente e produttore degli ultimi album di Gianna Nannini. (Anna Montesano)

L’ADDIO DI GIANNA NANNINI

La scomparsa di David Zard ha toccato profondamente Gianni Nannini che ha dedicato al famoso produttore discografico un toccante post sui social. Sotto una foto in cui lei sorride mentre guarda quell’uomo che ha segnato una pagina importante della storia, Gianna Nannini ripercorre la straordinaria carriera di David Zard ricordando non solo le sue numerose collaborazioni internazionali ma anche la capacità di vedere un successo dove gli altri non riuscivano a farlo facendo, ad esempio di Notre Dame de Paris di Cocciante un successo senza precedenti. “Ha lavorato con me negli ultimi tre anni e spesso da sempre. Io, conoscendolo bene, ho capito quanto affidarmi a lui avrebbe avuto un valore per la storia della musica Italiana” – scrive Gianna che poi continua – “Io ho avuto l’onore con “Pia come la canto io”, che doveva tramutarsi poi in opera, di fare un grande lavoro di ricerca e sperimentazione, perchè David conosceva bene l’Ottava Rima toscana e tutta l’importanza di continuare in chiave pop rock le tradizioni popolari. Ciao David e per sempre GRAZIE”. Cliccate qui per vedere il post (aggiornamento di Stella Dibenedetto).

L’UOMO CHE HA PORTATO I CONCERTI NEGLI STADI

David Zard è morto oggi, 27 gennaio 2018, all’età di 75 anni. Il noto produttore discografico – come riportato da Il Messaggero – si è spento a Roma, intorno alle 13, all’Ospedale Gemelli, dov’era ricoverato dopo una lunga malattia. Lascia una moglie e un figlio. Quella di David Zard rappresenta una perdita importantissima soprattutto per il mondo della musica, che fin da giovanissimo è stato il suo campo d’azione. Iniziò da giovane, in Libia, ad organizzare concerti per la comunità italiana radunata a Tripoli, ma dovette abbandonare il Paese nel 1967, quando la persecuzione della popolazione ebrea – scaturita dalla Guerra dei 6 giorni – ne aveva messo a rischio la permanenza. Alla fine degli anni Settanta si distinse per l’organizzazione de La Carovana del Mediterraneo, dal progetto musicale di Angelo Branduardi. Ma fu negli anni ’80 e ’90 che avvenne il vero salto di qualità con la realizzazione delle tappe italiane dei concerti di Michael Jackson: il Bad World Tour a Roma e a Torino nel 1988 e il Dangerous World Tour a Roma e a Monza nel 1992. Non è un caso che David Zard sia riconosciuto unanimemente come l’uomo che ha portato anche in Italia i concerti negli stadi.

LE COLLABORAZIONI: DA MICHAEL JACKSON A MADONNA

Per dare un’idea del profilo di rilievo di David Zard basta sfogliare l’elenco delle sue collaborazioni nel tempo. Non solo Michael Jackson, che già basterebbe di suo a dare la dimensione del produttore discografico morto oggi a Roma. Anche altri artisti e gruppi internazionali Cat Stevens, Elton John, Tina Turner, Lou Reed, Frank Zappa, Rolling Stones, Genesis, Bob Dylan e Madonna hanno organizzato i loro eventi usufruendo della professionalità di Zard. Zard che dalla sua aveva anche un jolly importante da giocare, come ricorda Il Messaggero: era poliglotta. Parlava indifferentemente inglese, ebraico, arabo e italiano: un motivo in più per essere introdotto senza difficoltà nei contesti più disparati. Negli ultimi anni aveva denunciato il fenomeno del secondary ticketing pilotato: era inoltre diventato agente e produttore degli ultimi album di Gianna Nannini.