Un nuovo concerto di Giuseppe Povia è stato annullato e ancora una volta il cantante sbotta sul web, chiamando in causa i pregiudizi. L’evento era previsto a Felline, in provincia di Lecce per il 22 ottobre a conclusione dei festeggiamenti locali. Con un video nella sua pagina Facebook, però, l’interprete de ‘I bambini fanno oh’ ha spiegato come sia venuto meno il contratto da lui firmato il 23 agosto scorso, accusando il sacerdote Don Antonio Verardi di essere il principale responsabile di questa cancellazione improvvisa. Le ragioni non avrebbero nulla a che vedere con questioni economiche, ma sarebbero da imputare ai radicati pregiudizi contro di lui: “Don Antonio si è messo di mezzo a gamba tesa e si è rifiutato di dare motivazioni. Ce lo hanno confermato sia chi ha firmato il contratto, sia i paesi vicini (…) Passo sempre per fascista, razzista, populista, omofobo, ma sono tutte stupidate: questi sono i motivi dell’annullamento”. Clicca qui per vedere il video completo.



LE DICHIARAZIONI DI POVIA

Dopo l’annullamento del concerto previsto per il 22 ottobre, Giuseppe Povia ha rilasciato un video su Facebook nel quale ha incolpato il parrocco di Felline dell’accaduto. A suo dire, ad essere chiamati in causa sono ancora i forti pregiudizi che la Chiesa non dovrebbe avere: “Don Antonio cancellando il mio concerto, insegna che nessuno deve avere il proprio pensiero delle idee. Con quale coraggio legge la Bibbia o recita la Messa?”. Inevitabile la risposta del parrocco, che ha precisato come non sia mai stato firmato un contratto con il cantautore milanese. Con toni duri, Don Antonio ha aggiunto: “Non ho annullato nulla, non è stato firmato nessun contratto dal presidente del comitato e del concerto io sono stato informato solo 2 o 3 giorni fa. L’attacco del cantautore non mi interessa minimamente, so solo di non aver annullato nulla, semplicemente perché il comitato non ha niente a che vedere con quel concerto”. Sembra che sulla basi di questa scelta, ci siano gli screzi all’interno del comitato di festeggiamenti tra chi voleva dare un’ immagine nuova all’evento locale e chi invece ha preferito non allontanarsi dalla tradizione.



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