L’Istituzione Universitaria dei Concerti (IUC) è una delle maggiori istituzioni musicali romane ed italiane anche se la stampa se ne interessa meno di quanto meriterebbe. Da ottobre a maggio ha due stagioni concertistiche rispettivamente il martedì sera alle 20,30 ed il sabato pomeriggio, alle 17,30, con grandi artisti italiani e straniera, nella grande, bella ed acusticamente molto buona Aula Magna dell’Università ‘La Sapienza’ creata nel lontano 1313. I biglietti hanno prezzi imbattibili.
Due stagioni implicano due inaugurazioni. Il 20 ottobre, ho assistito a quella della serie del sabato pomeriggio per la quale , è stato scelto un omaggio a Haydn: un “oratorio laico” (ma intriso di religiosità) raramente eseguito in Italia, Le Stagioni, che con il precedente La Creazione (eseguito, invece, molto spesso nel nostro Paese) avrebbe dovuto costituire le prime due parti di una quatrilogia , rimasta incompiuta per la morte del Barone Gottfried von Sweiten, autore del libretto (da un testo di un poeta scozzese) e patrocinatore dell’intero progetto.
Le Stagioni è opera matura di un Joseph Haydn quasi settantenne; composta tra la fine del diciottesimo e l’inizio del diciannovesimo secolo (il debutto avvenne il 24 aprile 1801) rappresenta , sotto numerosi punti di vista, un ponte tra il classicismo settecentesco ed il romanticismo del secolo appena iniziato. Si avvertono presagi , principalmente con il Freischütz di Weber (la tempesta della seconda parte e la caccia della terza) e con la Sinfonia Pastorale di Beethoven (la descrizione della natura, specialmente nella prima parte sin dall’introduzione in Si bemolle).
Ciò che distingue l’esecuzione concertata da Marcus Creed, alla guida dell’Orchestra del XVIII Secolo (fondata da Frans Brüggen che la ha creata nel 1981 e guidata sino al 2014, anno in cui è deceduto), dal coro della Cappella Amsterdam e da tre solisti , la belga Ilse Eerens, il britannico Marcel Beekman ed il tedesco André Morsch. Questi dettagli non sono un puntiglio. L’Orchestra, basata ad Amsterdam, è stata creata con una vocazione internazionale ed i suoi professori vengono da una ventina di Paesi e suonano su strumenti d’epoca.
L’accento dell’esecuzione è su questi presagi romantici, pur restando nella struttura formale classica. Per Creed, non siamo più in un “oratorio” settecentesco – in effetti Le Stagioni non furono pubblicate come “oratorio” ma con un titolo neutro Le Stagioni , da Thomson, messe in musica da Joseph Haydn – ma in un’anticipazione di quella che sarebbe stata l’opera romantica tedesca prima della riforma wagneriana. E’ un’opera a tre personaggi (padre, figlia, fidanzato della figlia), semplici (contadini), con un doppio coro (pure esso di contadini) a loro contorno. Si avverte una vicenda di amore nel trascorrere delle stagioni e nel comprendere insieme il significato (trascendente) della esistenza terrena. Soprattutto si sente il passaggio del tempo , dalla giovinezza (la primavera) alla vecchiaia ed alla prossimità della morte (il glaciale inverno). Nella prima parte, Creed e l’orchestra mettono in risalto il ritmo del lavoro nei campi. Nella seconda, l’enfasi è sui toni cupi del temporale d’estate. Nella terza, vengono evocati splendidamente i colori della caccia. L’accento è sui colori (algido inverno, speranza nell’aldilà) nella quarta ed ultima parte.
Ilse Eerens è un giovano soprano lirico, con un volume potente, molto abile nel raggiungere tonalità alte e in momenti di coloratura, nonché nelle ballate. Marcel Beekman è un tenore dalla emissione pura e dal timbro chiarissimo (con un’impostazione della voce molto britannica), André Morsch è un baritone-basso , specialmente apprezzabile nei momenti in cui è richiesta agilità.
Grande successo da parte di un pubblico attento.