Jovanotti torna alle sue radici, in quel di Asmara (chissà quanti italiani sapranno dove sia) dove il nonno faceva il camionista. Capitale dell’Eritrea, ex colonia italiana, paese infernale dove da decenni vige una delle dittature più sanguinarie e violente al mondo. Ed è da qui che fuggono a migliaia le persone, quelle che chiamiamo migranti, che vengono a morire in Libia o nel mar Mediterraneo. La situazione economica è disastrosa, la gente muore di fame e il governo eritreo nega la situazione di emergenza impedendo l’ingresso nel paese alle organizzazioni umanitarie. E’ alquanto bizzarro che il video clip di Jovanotti per il brano Chiaro di luna sia invece una sorta di spot pubblicitario di una agenzia del turismo, dove tutto è bello, romantico, pulito, la gente felice.



L’ERITREA DI JOVANOTTI

Una ragazza bellissima e una storia d’amore alla luce fioca dei bar e delle strade, è il contenuto del video. Forse a Lorenzo, come succede a chi va nella Corea del Nord, hanno fatto vedere quello che vuole il regime. Il brano, una romantica ballata, fa parte dell’ultimo disco del cantante italiano, quello prodotto con il mago della musica l’americano Rick Rubin: «È uno dei brani a cui tengo di più. Quando l’abbiamo ascoltata con Rubin ci siamo subito resi conto che si trattava della melodia più importante del disco e forse per questo abbiamo scelto di realizzarla ottenendo il massimo dell’emozione, riducendo al minimo essenziale l’arrangiamento».



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