L’inaugurazione della stagione sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con West Side Story non è stato un caso isolato, legato alla ricorrenza del centenario della nascita di Lenny ma il segno di una svolta nella programmazione e nell’attenzione della maggiore istituzione concertistica italiana. Lo prova la ‘prima’ per l’Italia, in coproduzione con il Rome Europa Festival, di The Gospel According to the Other Mary di John Adams con l’autore alla direzione dei complessi ciceliani. Tre applauditissime rappresentazioni, indicazione che il pubblico sta cambiando e desidera una combinazione tra il grande repertorio dei secoli scorsi e la musica moderna e contemporanea.
The Gospel è il secondo dei due grandi oratori dedicati da John Adams e dal suo librettista preferito, il regista e scrittore Peter Sellars, alle Sacre Scritture. Il primo El Niño riguadava la Natività. Questo secondo i miracoli (in particolare la risurrezione di Lazzaro) e la Passione. Al pari di El Niño, si presta sia alla esecuzione concertistica che alla messa in scena come opera lirica o dramma in musica; The Gospel According to the Other Mary ha debuttato in forma di concerto a Los Angeles nel 2012 ma è stato già rappresentato come opera oltre che nella stessa Los Angeles, a New York, Bonn ed altre città. Come El Niño, The Gospel According to the Other Mary ha una collocazione atemporale.
Il Vangelo visto e interpretato da Maria Maddalena (the Other Mary) si svolge tra poveri e disadattati di tutti i tempi. Il testo fonde, molto bene e molto acutamente, testi del Vecchio e del Nuovo Testamento con brani della giornalista e scrittrice cattolica Dorothy Day, lo scrittore afroamericano June Jordan, le poetesse Rosario Castellanos e Louise Erdrich, la benedettina Hildegarde von Bingen, lo scrittore Primo Levi ed il giornalista Ruben Dario. La combinazionee dei vari autori è perfetta e rende il messaggio evangelico attuale ed eloquente.
Adams è sovente considerato un minimalista. Lavori come The Gospel According to the Other Mary ed opere quali The Death of Klinghofer (messa in scena in Italia una quindicina di anni fa) e le più recenti Dr. Atomic e The Girls from the Golden West (mai rappresentate in Italia ma disponibili in ottimi DvD) dimostrano come dai suoi lavori da camera e dalle sue sinfonie sia gradualmente diventato un eclettico che, su un tappeto per molti aspetti minimalista (come quelli, per intenderci, delle opere di Philip Glass) costruisce una sintesi di differenti stilemi, includendo anche richiami alla musica etnica di vari continenti.
In The Gospel According to the Other Mary’, un coro imponente ed un’orchestra quasi mahleriana (in cui agli strumenti convenzionali si aggiungono un ensemble di percussioni – che comprende la grancassa, il tamburo giapponese, il tom-tom, il tam-tam, il gong ed i campanacci-, i cimbali ed il basso elettrico). Ne risultano sonorità altamente drammatiche (segnatamente, nella risurrezione di Lazzaro ed in vari momenti della Passione) ed una luminosità lucente nel finale: Adams ha una lunga esperienza di sinfonismo; la si avverte negli interludi, ora delicati e melodici ora fortemente drammatici, che collegano una scena all’altra.
I momenti più squisitamente teatrali dell’oratorio-opera si imperniano su un narratore a cui danno voce tre controtenori (Daniel Bubeck, Brian Cummings e Nathan Medley) e tre personaggi, Maria Maddalena che incarna la pietà (il mezzosoprano Kelley O’ Connor), sua sorella Marta (il pragmatismo, il contralto Elisabeth DeShong) e Lazzaro (il tenore wagneriano Jay Hunter Morris). Il lavoro è stato composto avendo in gran misura le loro voci o voci molto simili alle loro, in mente. Cinque dei sette interpreti hanno seguito l’oratorio sin dalla prima esecuzione.
In breve un grande spettacolo.