Vasco Rossi ricorda il padre Carlino. Faceva il camionista, un lavoro duro fisicamente e che tiene lontani dalla famiglia anche per lunghi periodi. Un lavoro pericoloso dove si rischia anche la morte. Eppure quanti di questi uomini si sacrificano per mantenere i propri cari. Carlino è morto nel 1979, per un infarto, tipico di chi ha fatto una vita faticosa. Il nome completo era Giovanni Carlo Rossi, più banale e comune di così. Ma aveva un figlio con un nome che spiccava: Vasco, Vasco Rossi. Quel nome così poco comune datogli in ricordo di un compagno militare morto in Germania: «Dopo l’8 settembre i tedeschi lo portarono nel campo vicino a Dortmund, in Germania. Papà fu uno dei 600 mila che preferirono restare nei lager piuttosto che combattere al fianco dei nazisti», racconta il cantante. «Il campo fu bombardato, lui cadde nel cratere di una bomba, questo Vasco lo tirò su, gli salvò la vita. Non si rividero più».
L’AMICO MORTO IN GUERRA
Una grande storia, una vera storia italiana. E chi l’avrebbe mai pensato guardando a a quel figlio scavezzacollo, tutto urla sul palco e anche la droga. Al padre ha dedicato un brano, Canzone, che oggi canta dedicandola anche all’amico chitarrista Marco Riva morto nel 1999. Fu un momento devastante quel giorno del 31 ottobre 1979: “Giovanni Carlo, “Carlino”, Rossi è morto di lunedì, un malore improvviso nel camion. Alla mattina mi ha chiamato l’Ivana: Svegliati perché papà è morto. Poi sono andato a prenderlo a Trieste, perché era morto là. Era il 31 Ottobre 1979” ha scritto su twitter. Aggiungendo con rimpianto: “Mi dispiace solo che mio papà non ha visto niente di quello che ho combinato. E’ mancato proprio quando ho cominciato. Ne sarebbe stato fiero. Lui era orgoglioso di me anche quando non facevo un cazzo”.” La sua assenza improvvisa è diventata un momento chiave della mia vita. L’ultimo suo insegnamento fu: “Sparisco, così ti svegli”. E io mi sono svegliato.”