40 anni fa usciva il primo singolo di uno sconosciuto cantante, almeno fuori del giro di Zocca e dei paesini dell’Emilia intorno. Si chiamava Vasco Rossi e la canzone si intitolava Jenny è pazza, faceva parte del suo primo album, “Cosa vuoi che sia una canzone”. Passò quasi inosservato come il disco d’esordio, ma 40 anni dopo è ancora – almeno per chi scrive – la più bella canzone di Vasco Rossi in assoluto. Siamo lontani dal devastato rocker della Coca (Cola), o dall’attempato signore che oggi se la prende con le fake news. Qua abbiamo un giovane quasi trentenne che osserva il dolore, la malattia, la realtà. Una canzone di spessore intimo altissimo, di compassione e di verità. E’ la storia di Jenny che sprofonda nella depressione e nella malattia mentale, guardata male da tutti e lasciata sola con il suo dolore. Una ragazza in cui l’autore rivede anche se stesso.



VASCO ROSSI, VIDEO “JENNY È PAZZA”

Per festeggiare l’anniversario è stato realizzato il primo videoclip (ai tempi non esistevano ancora le televisioni musicali) del brano, con i disegni realizzati su carta da Rosanna Mezzanotte e successivamente digitalizzati. La regia è di Arturo Bertusi, l’art director di Vasco. Un video che con immagini drammatiche ripropone il contenuto della canzone, con Jenny che sprofonda nel buio della malattia. “È stata una grande sfida realizzare il video di una canzone come Jenny è pazza, radicata nell’immaginario e nel cuore di tutti i fan”, spiega il regista Arturo Bertusi. “Il rischio principale è analogo a quello che si corre nelle trasposizioni cinematografiche dei grandi personaggi della letteratura: tradire quell’immaginario. Perché Jenny è anagraficamente “il prototipo” di un miracolo che Vasco compirà altre innumerevoli volte: più le sue canzoni sono autobiografiche, personali, profondamente intime, più diventano universali e di tutti (anzi, non di tutti, ma di ognuno di noi)”.



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