Il disco Sotto il segno dei pesci di Antonello Venditti compie quest’anno 40 anni dalla sua uscita originaria, il 1978. Il cantautore romano ha festeggiato con una ristampa deluxe su due cd (la versione in doppio CD include l’album completo rimasterizzato dai nastri originali, l’inedito «Sfiga», le versioni in francese di «Sara» e «Sotto il segno dei pesci» e «Bomba o non Bomba», «Sara», «Chen il cinese», «Giulia» e «Sotto il segno dei pesci» nella versioni live registrate a Roma nel 1980. Il booklet di 32 pagine contiene foto e contenuti inediti, tra cui il commento ai brani scritto dall’autore) e poi con due concerti a Roma il 21 e il 22 dicembre. Sotto il segno dei pesci non è soltanto l’ultimo grande disco di Venditti (seguiranno nei decenni successivi album onesti ma virati decisamente al pop più commerciale e banale) ma anche l’ultimo grande disco dei cantautori degli anni 70. Il decennio del movimento studentesco e delle sue utopie stava infatti giungendo al termine con un senso generale di sconfitta e tristezza.



LA FINE DI UNA GENERAZIONE

I grandi cantautori, dallo stesso Venditti a De Gregori, avrebbe svoltato verso una musica più disimpegnata ma anche commercialmente più di successo, dando vita al decennio successivo, quello del ritiro nel privato. In Sotto il segno dei pesci c’è per intero questo senso di fine di un periodo storico indimenticabile, dal pezzo che intitola il disco che passa in rassegna tanti amici finiti dalle barricate a inserirsi nella società a fare carriera, alla droga che non è più un romantico sogno di estasi ma è finita nelle mani della criminalità con l’arrivo dell’eroina sui mercati, all’aborto, peraltro coraggiosamente rifiutato dalla studentessa liceale protagonista di Sara, brano che fece infuriare non poco le femministe, al terrorismo e alla presa in giro dell’ideologia marxista di Bomba o non bomba. Dal punto di vista musicale si tratta tutti di capolavori segnati dalla potenza e dalla drammaticità della voce dell’autore come ad esempio la straordinaria Giulia, quasi progressive, storia di due lesbiche. C’è tempo anche per una tenera dedica all’amico Francesco De Gregori, compagni degli esordi e poi perso e ritrovato.

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