Grande musica anche quest’anno all’EFG London jazz Festival che si svolge nella capitale inglese coinvolgendo club e location prestigiose per il piacere di tutti gli amanti di jazz richiamati da ogni parte del mondo. Impeccabile come sempre l’organizzazione inglese, sempre attenta al pubblico e agli operatori del settore. Grande attenzione ai giovani, alle nuove tendenze, ad artisti consolidati come Archie Shepp, Stanley Clarke, Monty Alexander, Jazzmeia Horn, Melody Gardot ( vista questa estate a Umbria Jazz). Ottimi riscontri di critica hanno ottenuto i giovani jazzisti italiani esibitesi sul free stage del Barbican: Enrico Zanisi, Francesco Diodati’s Yellow Squeeds, Simona Severini oltre Giovanni Guidi con il suo gruppo. Special guest per tutte le band Francesco Bearzatti che ha giganteggiato sia al baritono che al clarinetto.
Abbiamo assistito al concerto di Bill Laurance, vincitore di tre Grammy con la band degli Snarky Puppy dei quali è uno degli insostituibili pilastri. In questo concerto svoltosi alla Queen Elisabeth Hall, novecento posti tutti esauriti, il pianista ha deciso di condividere la propria musica con la WDR Big Band, formazione tedesca considerata fra le migliori del mondo, diretta per l’occasione da Bob Mintzer, sassofonista molto apprezzato, nonché componente degli Yellowjackets.
Laurance ha sottolineato come questa esperienza rappresenti per lui un punto d’arrivo vista la stima nei confronti di questo ensemble. Il pianista londinese ha affidato a Mintzer e ai musicisti della WDR pezzi del suo repertorio che abbiamo avuto modo di ascoltare in più occasioni dal vivo e su LIVE AT UNION CHAPEL, fra i migliori dischi degli ultimi anni. Questa la set list : The Good things , Swag Times, Chia, Money in the Desert, Ready Wednesday presenti in FLINT del 2014, The Rush, Swift, Denmark Hill, Red Sand dal bellissimo SWIFT (2015) e Golden hour, Aftersun, da AFTERSUN uscito nel 2016.
E’ stato un gran bel concerto, anche se in alcune fasi il piano è stato sommerso dal potente incedere della WDR. Splendido come sempre il tocco del pianista che ha nel controllo delle dinamiche uno dei punti di forza del suo stile, come evidenziato in Solo improv – The Curtain, eseguito in solitario ad inizio del secondo set.
Purtroppo la WDR si è mossa sui soliti cliché, con la chiamata al proscenio in tutti i brani di almeno uno dei suoi componenti per eseguire il canonico solo con tanto di citazione del nome del solista sia durante che a fine pezzo. Tutto ciò ha un po’ frenato il fluire delle belle composizioni, proprio per il vezzo di mettere in mostra i vari componenti, che a dire il vero, a parte la giovane sassofonista austriaca Karolina Strassmayer. Karolina Strassmayer e il flicornista Rob Bruynen autore di uno splendido solo in Golden Hour (ballad eseguita in maniera impeccabile), non è che ci abbiano particolarmente colpito.
Gran successo di pubblico tant’è che Laurance, in occasione dell’uscita del suo nuovo album CABLES previsto per la primavera 2019, sarà di nuovo in tour con le prime date fissate il 29 Marzo, sempre alla Queen Elisabeth Hall a Londra, il 30 a Saffron Walden e il 27 aprile a Coventry.