Il Festival di Sanremo 2018 ha macinato record su record, regalando poi il gran finale che tutti volevano. Tutto è andato come doveva andare, contrattempi e problemi tecnici compresi. Claudio Baglioni sbaglia il titolo del primo brano, l’orchestra si inceppa un paio di volte e i risultati si fanno attendere alla fine, ma il copione non viene intaccato. Pochi ospiti, nessun comico, perché la luce dei riflettori nell’ultima serata deve essere puntata sui cantanti big. Ne ha guadagnato la competizione, infatti la gara è stata appassionante fino alla fine. E il pubblico ha gradito.Il “dittatore” artistico lo aveva annunciato: «Riporterò al centro la musica». E così è stato. Una scelta non così banale come potrebbe sembrare, perché complessa nella sua realizzazione. Voto: 9 per lo spettacolo offerto, 10 per i risultati ottenuti. Sarà davvero dura eguagliarli l’anno prossimo, ma del resto sarà una bella sfida. (agg. di Silvana Palazzo)



FLOP E TOP, DAI PROBLEMI TECNICI AL MONOLOGO DI FAVINO

La finale del Festival di Sanremo 2018 è stata di grande livello, ma non è mancata qualche caduta di stile. Nelle serate precedenti tutto era andato bene, nonostante sul palco ci fossero diversi elementi non “televisivi”, invece nell’ultima serata ci sono stati diversi inconvenienti tecnici. L’orchestra si è impappinata sull’esibizione di Ultimo, il cantante che ha trionfato tra i Giovani, mentre Claudio Baglioni ha sbagliato il titolo della canzone del vincitore delle Nuove Proposte. Poi ci sono state inquadrature sul palco agli assistenti di studio, microfoni che non arrivavano, problemi di segnale durante l’esibizione di Laura Pausini… D’altra parte c’è stato un momento che è valso quasi l’intera edizione della kermesse musicale. In mezzo alle canzoni di Sanremo 2018 c’è stato spazio per un monologo su un immigrato che si sente sempre straniero. Un monologo da Brividi tratto dallo spettacolo teatrale “La notte poco prima delle foreste”. (agg. di Silvana Palazzo)



PIÙ MANNOIA E MENO PAUSINI? LAURA AL FESTIVAL 2019…

Più Mannoia e meno Pausini? Secondo Michele Monina la riposta è sì. Dopo aver espresso i suoi voti per tutta la settimana, il giornalista scrive per Rollingstone la sua pagella finale e non è per nulla clemente! O meglio, con la Pausini ci è “andato giù pesante”, con un affondo da 4! Ecco la sua opinione: “Prima le è andata via la voce. Poi le è andata via la linea televisiva. Poi torna la linea ma va via l’audio. Dopo non dite che sono io ad avercela con lei, è Dio. O la Rai a cui ha dato pacco nella prima serata”. Un otto invece, se lo becca Fiorella Mannoia: “Ecco, brava Fiorella, canta Fossati che lo sai fare bene. Molto bene. Lascia perdere le canzoni nuove, che non è il tuo mondo. E neanche il nostro”. Nel frattempo Claudio Fasulo, vicedirettore di Rai1, intervistato da LaStampa ci è andato cauto con i nomi ma le possibilità di ritrovare Laura il prossimo anno, potrebbero proprio esserci. Ecco cosa scrive il giornale alla fine dell’articolo: “E se il successore fosse da cercare tra gli ospiti di quest’anno? E se fosse una donna, un po’ per cambiare, un po’ per accontentare lo spirito del tempo? Qualcuno fa i nomi di Laura Pausini (soprattutto) e Giorgia. Ipotesi affascinanti”. (Aggiornamento di Valentina Gambino)



Critiche a Michelle

La 68esima edizione del Festival di Sanremo 2018 si è conclusa ieri sera con la vittoria (decisamente scontata) di Ermal Meta e Fabrizio Moro con la loro “Non mi avete fatto niente”. La finale è proseguita con l’interpretazione delle 20 canzoni in gara e le esibizioni degli ospiti, compresa Laura Pausini che, dopo la laringite ha appassionato il suo pubblico, uscendo fuori dal Teatro Ariston per abbracciare tutti i fan che l’attendevano fuori. Anche in questa occasione, la cantante ha dimostrato la sua umiltà nonostante l’enorme successo mondiale. Apprezzatissima anche suoi social, dove ha riscosso notevole successo e tanti commenti a favore. Apprezzati anche i conduttori, anche se su Twitter qualcuno si lamenta per il look della Hunziker, cinguettando: “Comunque Michelle… sono vent’anni che hai lo stesso colore e taglio di capelli. Fai qualcosa per favore!”. Qualche critica anche per Luca Barbarossa, in gara con una canzone in dialetto romanesco che ha coinvolto il pubblico a metà: “Luca Barbarossa, smettila di crederti Mannarino e continua a mangiare cereali sottomarca”. (Aggiornamento di Valentina Gambino)

Voti cantanti

Mario Biondi – Rivederti – Una canzone in uno stile lontanissimo dall’Italia, cantante confidenziale, crooner fuori tempo massimo. Uno slow intenso, un interprete unico nel suo genere, una voce inconfondibile, ma un pezzo che resta un po’ lì. Voto: 6,5

Le Vibrazioni – Così sbagliato – Le Vibrazioni si collocano fra i Negramaro, ospiti l’altra sera e i Modà che forse non ci sono più. La quota rock del Festival. Ritornello comunque riconoscibile e cantato in maniera aggressiva e convinta, qualche sbavatura verso la fine. Voto: 6,5

Enzo Avitabile e Peppe Servillo – Il coraggio di ogni giorno – Canzone un po’ troppo cliché della mediterraneità, canzone che non esplode mai e rimane sempre lì. Peccato per questi due artisti messi lì a rappresentare un mondo che non c’è. Anzi, c’è, ma non è questo. Voto: 5

Claudio Baglioni – Nek – Francesco Renga – Max Pezzali – Strada Facendo Un grosso ‘bah’ si profila all’orizzonte: nessun dubbio sulla canzone, nessun dubbio su Baglioni. Ma i tre ospiti piovuti a promuovere il loro tour non hanno nemmeno studiato la canzone (sempre che si debba studiare un classico come questo). Figura barbina, Nek impreciso, Pezzali impalpabile che quando canta due righe le fa all’ottava sotto stonate e Renga che ogni tanto emette un “aaaaaah” senza senso. Si impone l’unico voto quadruplo della serata. Baglioni Voto: 8 Nek Voto: 6- Renga Voto: 5 per l’impegno Pezzali Voto: 4-

Baglioni – Hunziker – Favino – Impacciatore – La canzone intelligente – Momento che ricorda il grande varietà televisivo senza rinverdirne i fasti. Atmosfera da villaggio vacanze, probabilmente trovata infilata abbastanza all’ultimo momento per attendere il televoto. Abbastanza imbarazzante. Tarallucci e vino distribuiti in sala. Non un bel servizio per Jannacci, e tutto sommato neanche per Cochi e Renato. Voto: 5 a tutti (compreso Baglioni)

Diodato e Roy Paci – Adesso – Buona la performance vocale di Diodato, specialmente quando il brano cresce, un filo meno in basso. Un po’ troppo ossessive le ripetizioni della frase portante. E al tempo stesso abbastanza ininfluente l’apporto della tromba. Voto: 6

Fiorella Mannoia e Claudio Baglioni – Mio fratello che guardi il mondo – Alle prese con il bellissimo pezzo di Fossati (scritto in tempi non sospetti, 1985) la Mannoia è perfettamente a suo agio, Baglioni sembra un pesce fuor d’acqua. Oltre a sbagliare una parte del testo, quando esce dal suo mood non convince affatto. Forse un po’ lunga anche la drammatica tirata di Favino con il personaggio dell’emigrante (comunque bravo). Voto disgiunto: pezzo 9,5 Mannoia 8 Baglioni 5

Nina Zilli – Senza appartenere – La canzone è piuttosto tipica, il tema-donna ci voleva, la struttura è anch’essa abbastanza standard-italiana. La vocalità resta un filo isolata dall’arrangiamento nella prima parte, più sostenuta nella seconda. L’interprete c’è, anche se a tratti un po’ incostante. Voto: 6,5

Noemi – Non smettere mai di cercarmi – Il brano ci starebbe anche, ma la maniera di cantare di Noemi è irritante. Il graffio che nel passato convinceva di più in tutte queste serate è risultato sbracato. Salvata ieri da Paola Turci la canzone è ripiombata al suolo. Voto: 4/5

Ermal Meta e Fabrizio Moro – Non mi avete fatto niente – Che dire: è già stato detto di tutto e di più. Il ritornello resta in testa, questo è certo. Non era inedita, è certo anche questo. Detto questo la performance è buona, la canzone con un tema certo importante ma ruffiana. Chissà se vincerà. Voto: 6

Decibel – Lettera dal Duca – Nei ritorni c’è sempre qualche insidia, ma questo brano tutto sommato ci sta. Ruggeri canta meglio di altre performance degli ultimi tempi, il brano è massiccio, dichiaratamente un tributo, armonie scure e addirittura un solo di chitarra. Voto: 7/8 di stima al Rock che non c’è più

Vanoni, Bungaro e Pacifico – Imparare ad amarsi – Canzone forse meglio scritta dell’intero festival, d’altronde Bungaro e Pacifico sono autori di grande spessore, si sa. Qualche piccola incertezza vocale della Vanoni, rispetto alle altre sere, ma si riprende subito. Chissà, ci potrebbe stare anche la vittoria. Voto: 8

Giovanni Caccamo – Eterno – Pensavo non ci potesse essere niente peggio di Rubino. E’ ufficiale, c’è. Incommentabile. Stonato, pezzo centone di altri tre (33% a testa, così non ci sono polemiche), davvero non all’altezza del vincitore di Sanremo Giovani. Voto: 4

Lo Stato Sociale – Una vita in vacanza – Sono vecchio ormai, ma non riesco neanche a pensare a questa canzone e questa band vincitrice del Festival di Sanremo. Certo, se siamo nella scia di Gabbani, ci può assolutamente stare. Purtroppo. Voto: 4

Roby Facchinetti e Riccardo Fogli – Il segreto del tempo – Fogli tutto sommato c’è ancora, Facchinetti è quanto meno imbarazzante. La canzone sentimental-nostalgica con seconda parte tambureggiante è evidentemente scritta per loro, ma la performance impedisce di giudicarla. Voto: 4 (per equipararla al peggio e non dare a nessuno 3)

Max Gazzè – La Leggenda di Cristalda e Pizzomunno – Uno dei migliori arrangiamenti per una canzone che tende all’epico. Vola alto, poetico il testo, bella la storia narrata, eppure non mi colpisce fino in fondo. Voto: 6,5

Annalisa – Il mondo prima di te – Annalisa canta con una naturalezza incredibile, senza indulgere troppo in virtuosismi, ma con una intonazione perfetta. Il tema della canzone è forse un po’ scontato, ma il groove c’è e lei ci sta sopra da grande interprete qual è. Voto: 9

Renzo Rubino – Custodire – Non so bene come esprimermi per non essere offensivo. Inciso rubato palesemente da ‘Ma l’amore no’, mondo peraltro a cui Rubino si ispira. Performance vocale imbarazzante, sbracata e stonata, niente che a me piaccia. Voto: 4 ed è già molto

Laura Pausini – Non è detto – Vocalmente la Pausini non mi pare a posto, ma soprattutto il brano a me è risultato abbastanza noioso. Voto: 5,5

Laura Pausini – Claudio Baglioni – Avrai – Voto separato alla canzone 9,5 per non dare 10. Voto separato a Geoff Westley al piano e all’arrangiamento 10 perché non si può dare 11. Baglioni in grande spolvero, la Pausini si difende da grande artista quale è. Voto: 7

Laura Pausini – Come se non fosse stato mai amore – Si interrompe in un paio di momenti la trasmissione e di conseguenza la continuità di un grande classico dell’artista. Laura esce, fa cantare il pubblico, butta un po’ in caciare e salva una condizione vocale certamente non splendida. Voto: 6,5

Elio e le storie tese – Arrivedorci – Come mai anche stasera i Neri per caso? Forse per salvare un brano inutilmente complesso, pieno di citazioni da molti mondi, ma che non mi convince. Ci stanno Bach, i Genesis, i Queen, ma a che pro? Insultatemi pure, ma Voto: 5

Ron – Almeno Pensami – La canzone c’è, anche se molti dimenticano che Dalla ha scritto anche qualche canzone bruttarella. La voce è la sua, Ron ha questa pasta e questa intenzione. Avendola sentita anche con Alice, un pochino la si rimpiange. Però artista di razza e pezzo altrettanto. Un dato: canzone davanti alla quale tutti quelli con cui sto guardando il Festival sono stati in silenzio assoluto. Voto: 8

Luca Barbarossa – Passame er sale – Onesto tributo al ‘maestro’ Lando Fiorini, recentemente scomparso, canzone un po’ datata, di rappresentanza di un certo genere, buon arrangiamento, interprete pienamente nelle sue corde. Voto: 7

Red Canzian – Ognuno ha il suo racconto – Vince alla grande il confronto con gli altri due Pooh, un rock retro, possente che tutto sommato l’artista regge vocalmente. Voto: 6,5

The Kolors – Frida (Mai, mai, mai) – Pezzo dal suono furbo, occhieggiante all’ambiente internazionale, a quel pop semi-acustico e possente. Voce e convinzione. Sono costretto ad ammettere che il pezzo c’è. Uno dei ‘napoli-sound’ di oggi. Voto: 7,5

Ultimo – Il ballo delle incertezze – Si esibisce per primo il vincitore delle nuove proposte e emozione o cosa, canna clamorosamente l’attacco della seconda strofa, e da lì in poi sbraca non poco. Stasera Voto: 5 di generosità

Le pagelle della serata FINALE del Festival di Sanremo 2018

A cura di Walter Muto per quanto riguarda la parte musicale, le pagelle delle esibizioni della serata conclusiva del Festival di Sanremo per la direzione artistica di Claudio Baglioni. Durante la giornata il post sarà aggiornato con commenti e valutazione di aspetti legati all’evento, mentre in diretta saranno valutati tutti gli artisti in gara. Oggi scopriremo il vincitore e gli artisti metteranno i campo tutto loro stessi