ELIO E LE STORIE TESE DAL FESTIVAL DI SANREMO 2018. “Se volete venire a sentire l’ultimo gruppo italiano che suona e canta per davvero, siete in tempo fino al 30 giugno (ultima data del tour) poi basta, non ci sarà più nessuno”. Gli Elii quest’anno divertono più quando sono intervistati che quando cantano, ma insomma, una ragione ce l’hanno: gruppi musicali come loro non ce ne sono più, e sarà un triste “arrivedorci”. “E’ l’ultima mostra di antiquarato musicale” spiegano. E’ un “arrivederci” non un addio, quello che dal palco di Sanremo Elio e le storie tese hanno dato al pubblico. Allora perché non vestirsi come Stanlio e Ollio invece che da fachiri-marziani? Boh, sta di fatto che il brano presentato al festival ha deluso tutti, anche i fan di lungo corso. Una canzone priva di alcuno dei loro brillanti spunti musicali e della loro ironia pungente, una autocelebrazione (la canzone racconta la loro venuta sulla Terra da Marte, come dire: noi siamo extraterrestri, più geni di tutta l’umanità messa insieme) con una certa presunzione che nel loro repertorio non aveva mai fatto capolino.
E quel finale solo le voci e la mano sul cuore, a voler strappare qualche lacrima… “Vi salutiamo e vi diciamo arrivedorci /come nel film di Stanlio e Ollio, che ridere /siamo al tramonto, siamo giunti ai titoli di coda / di una storia unica, una bella musica / una scelta artistica di origine domestica / e questa storia unica, ha una fine drastica / leggermente comica”. Mah, da ridere non c’è molto in realtà e infatti la canzone è finita nella fascia rossa, quella degli ultimi in classifica.
Per loro, vincitori nel 1996 e secondi nel 2013, è un po’ una delusione, anche se hanno sempre scherzato che loro non vogliono mai vicnere Sanremo,ma arrivare ultimi. Vediamo se in queste prossime serate riusciranno a ribaltare la situazione. Li abbiamo incontrati per voi.