I JALISSE DAL FESTIVAL DI SANREMO 2018. Sono un po’ le vittime dell’ironia musicale generalizzata, la barzelletta di Sanremo i Jalisse. Vincitori di un festival, pare non siano mai andati in classifica con quel disco, spariti nel nulla, sorte peraltro che ormai capita sempre più spesso visto che Sanremo non è più come 50 anni fa quando faceva vendere i dischi. Ma li abbiamo incontrati per i corridoi dell’Ariston e ci siamo chiesti cosa facessero qui. Simpatici, alla mano, auto ironici rivendicano il loro ruolo nella musica italiana, dozzine di canzoni scritte per cause importanti (si sono ad esempio esibiti in Iraq in una serata a cui era presente Rita Levi Montalcini), canzoni sul tema delle carceri, insomma i Jalisse ci sono.



Anche se, dicono, “Claudio aggiorna l’agenda del tuo telefonino e chiamaci”. Adesso si occupano di un bel progetto, promuovere, come dicono loro il made in Italy dell’artigianato della canzone. Un network di 60 radio nazionali, fm e web, in cui propongono tutti quei cantanti italiani a cui vengono negati i grandi spazi.



E ridono, quando gli diciamo che ieri Enrico Ruggeri ha detto che la canzone migliore di questo festival era quella dei Jalisse. E annunciano un nuovo pezzo, “l’amore in tutte le sue declinazioni, sia quello tra uomo e donna o madre e figlio”.

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