Parrucca, apparecchio per i denti e vestitino comprato sulla bancarella del mercatino dell’usato sui Navigli. Arisa è andata a Sanremo come se fosse scesa da casa per andare a far la spesa all’Esselunga. Non per questo ha cantato meno bene, anzi, dimostrando che gli abiti firmati da Armani e soci, le pettinature acconciate da maghi parrucchieri e i trucchi pesanti per nascondere qualche imperfezione del viso in un festival della canzone non dovrebbero essere la cosa che tutti guardano. E’ stata lei stessa in un post dopo la sua esibizione a spiegare da dove giungeva quel vestitino che tanti specialisti di moda avevano notato, evitando commenti per non fare gaffe sul nome dello stilista misterioso: “Grazie a Tutti, ieri è stato veramente importante. Un saluto particolare lo devo, con amore al mio splendido amico Leone Camillo @leonevenezia che ha costruito per me bellissimi gioielli, a @samuelefailliofficial per le scarpe mozzafiato che mi ha permesso d’indossare, e alla Signora Marina o Marinella, del banco del mercatino vintage sui navigli per avermi venduto il vestito di scena a pochissimo, con la promessa che l’avrei messo a Sanremo”.
Dunque dietro la scelta dell’abito c’è qualcosa di più che rifiutare lo stilista di nome, c’è stata invece la voglia simpatica e affettuosa di far vivere un momento di gloria alla sconosciuta signora Marina (o Marinella) che passa la vita alzandosi all’alba per mettere giù la bancarella sui Navigli. La gente vera, quella che si fa un mazzo così e che ha solo la possibilità di fare dei sogni. Che questa volta si sono realizzati grazie ad Arisa.