Momento d’oro per il prog, numerosi album alcuni di straordinaria fattura. Lo scorso anno THE BRIDE SAID NO di Nad Sylvan da noi segnalato come migliore del 2017, ha riscosso gran successo e riconoscimenti. Anche nel nostro paese diversi sono i musicisti che si muovono in quest’area producendo album di valore come nel caso di Marco De Angelis che circa tre anni fa diede alle stampe il suo primo album solista THE RIVER, riscuotendo lusinghiero successo fra gli appassionati ed eccellenti critiche sulle principali riviste internazionali.

Romano, con alle spalle una robusta carriera come session man, produttore, ingegnere del suono, De Angelis è polistrumentista di eccellente livello, nel nuovo album NEXT STATION, appena uscito, ad eccezione della batteria, appannaggio del bravo Cristiano Micalizzi, del sax di Cristiana Polegri presente con Simona Rizzi come backing vocal, De Angelis si cimenta alle tastiere, chitarre, laúd spagnolo, mandolino, basso, Chapman Stick e programmazione. I sei brani presenti sono tutti composti arrangiati e prodotti dallo stesso De Angelis.

“Con Next Station ho voluto ampliare il discorso musicale che era già alla base di THE RIVER. Qui il concetto “prog” viene espresso in maniera più evidente. Mi sono concesso spazi più ampi, suprattutto nelle due canzoni più lunghe del cd, per descrivere musicalmente sensazioni ed emozioni più articolate e complesse di quanto fatto in precedenza. Anche per quanto riguarda i testi. Ho dedicato molto più tempo alla scrittura dei testi ed ho voluto “arricchirli” con una serie di piccole citazioni o riferimenti ad opere e autori che ho apprezzato in vari momenti nel mio passato integrandoli nel corpo delle storie che qui racconto. Da Schopenhauer a “semplici” testi di Peter Gabriel. In generale credo di poter dire che Next Station, pur continuando sulla linea artistica di THE RIVER, ne è una evoluzione. Come in fondo dice il titolo stesso, è la stazione successiva, ma non di arrivo,  di un viaggio che spero sia ancora molto lungo” dice Marco De Angelis.

Rispetto al precedente album il musicista come special guest ha puntato sulla voce, coinvolgendo tre grossi calibri come il citato Nad Sylvan (Steve Hackett, Agent of Mercy), Robbie Wyckoff (Roger Waters, Keith Emerson, Michael McDonald), e Göran Edman (Yngwie Malmsteen, Karmakanic,). Ne risulta un bel lavoro, molto curato nei suoni e nelle sfumature nel quale i tre cantanti collaborano curando anche gli arrangiamenti vocali dei rispettivi brani: Nad Sylvan per Freewill, Keep Going, A Proggy Night in London, Wyckoff presente in Back Again e Nex Station e Göran Edman presente nella conclusiva Last Train. Di particolare impatto la suite A Proggy Night in London (14.33) che alterna climi vicini ai Pink Floyd e al primo prog inglese con Nad Sylvan degno maestro di cerimonie (“A Proggy Night In London è una sorta di “tributo musicale” ai miei gruppi ed artisti preferiti della scena prog UK dei tardi anni 60 fino ai primi anni 80 –puntualizza De Angelis- Purtroppo è anche la presa di coscienza che la Londra, e con essa l’humus sociale e culturale che ha alimentato il periodo più creativo del secolo scorso, ormai non esiste più.  Il tutto raccontato in una storia immaginaria in stile tipicamente Prog”).

Album di impatto, da ascoltare con attenzione per percepire l’eccellente ricamo di suoni e strumenti. Raccomandato a tutti gli appassionati di prog.