Ennio Morricone è sempre stato un personaggio che ha messo la privacy al primo posto della sua vita fino a sembrare una persona scontrosa e irritabile. Non è così, ma gli artisti veri, quelli che dedicano la vita alla musica come nel suo caso, vivono impegnati nell’elaborarla e non amano essere distratti. Adesso che sta per compiere 90 anni (mentre è sempre in giro per il mondo a fare concerti) in una intervista al Corriere della sera rivela tanti particolari inediti per la prima volta a proposito della sua lunga vita. Dice ad esempio d aver pianto solo due volte nella sua vita, quando assistette a una visione del film Mission perché gli fu chiesto di scriverne la musica. Si commosse a tal punto che disse che il film era perfetto anche senza musica, che poi accettò di fare componendo una delle sue colonne sonore più belle. Poi quando ebbe occasione di incontrare papa Francesco. Morricone aveva scritto su richiesta dei gesuiti un concerto per i duecento anni dalla ricostituzione della Compagnia dopo essere stata soppressa nel 1773. Inaspettato Bergoglio si presentò in chiesa e fu presentato al compositore e alla moglie che per la emozione si misero a piangere, ma il papa non si trattenne all’esecuzione musicale: “Doveva incontrare Putin” disse. La verità, dice ancora Morricone, è che Francesco non ha mai assistito a un concerto. Vada a verificare, vedrà se non è vero. Che abbia fatto un fioretto? Vorrei tanto saperlo, è un tarlo che mi perseguita”.
Molto toccante anche il modo con cui Morricone si innamorò della moglie: “Era amica di mia sorella. Un giorno ebbe un gravissimo incidente. La ingessarono dalla testa al torace. Andavo a trovarla tutti i giorni e mi innamorai di lei dentro a quello scafandro. Decisi che l’avrei sposata anche se avesse riportato gravi danni, come i medici temevano”. La sua carriera cominciò dal punto più basso, le orchestrino nei bar ai tempi della guerra, prima per i tedeschie poi per gli americani. I quali dice, ci pagavano in cibo e sigarette, non in soldi. Il primo film per cui scrisse le musiche? “Il federale di Luciano Salce, nel 1961”. Poi arrivarono le collaborazioni da Oscar con Sergio Leone di cui però dice lavorare con lui era un tormento: “Non si sente bene il trombone”, e allora facevo suonare più forte il trombone. “Ora non si sente l’orchestra: fai tirare fuori i testicoli a quest’ orchestra!”. Dopo un po’ perdevo la pazienza e lo davo in pasto ai musicisti. Voleva sempre i muscoli. La scena dei due treni che si scontrano l’ha fatta rifare per un mese. Il rumorista, sull’orlo di una crisi di nervi, sovrappose sei sottofondi e venne fuori un suono orribile. “Perfetto” disse Sergio soddisfatto: “Ci voleva tanto?”. I due però furono d’accordo su una cosa: che il capolavoro Per un pugno di dollari per entrambi era un brutto film!