Anche le più grandi star mondiali devono rispettare le leggi. L’ha imparato Phil Collins, dozzine di milioni di dischi venduti da solo o con i Genesis, sbarcato in Brasile per alcuni concerti. Certo, anche se aveva disobbedito a un regolamento preciso, il trattamento riservatogli non è stato dei migliori, trattato come un clandestino. A Rio de Janeiro, appena sceso dall’aereo e arrivato ai controlli, il cantante è stato arrestato. Non aveva con sé un visto valido per il concerto che deve tenere domani 22 febbraio al Maracana Stadio. Si è fatto così un’ora in cella mentre la polizia, sicuramente non dei suoi fan, ha fatto i controlli necessari. Sembra che il visto non valido fosse il permesso di lavoro: in fondo anche tenere dei concerti è un lavoro, o forse Collins pensava di essere così famoso da non aver bisogno di un regolare visto.



PHIL COLLINS, IL TOUR IN BRASILE COMINCIA CON UN ARRESTO…

Tra l’altro il musicista inglese, 67 anni, ha dei gravi problemi alla schiena che lo costringono a esibirsi per quasi tutto il tempo seduto su una sedia a rotelle, e l’ora passata in cella non deve essere stata piacevole. Ma il Brasile è un paese severo: figuriamoci se lo avessero trovato con qualche grammo di marijuana come è normale per i musicisti, sarebbe sicuramente stato espulso dal paese. Comunque tutto  a posto: domani la sua prima volta nello stadio delle leggende del calcio che contiene circa 80mila spettatori, poi suonerà a San Paolo per due sere consecutive i 24 e il 25 e infine a Porto Alegre, il 27. Caro Phil, ricordati che sei un lavoratore anche tu.

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