Renzo Rubino si prepara a partecipare al Festival di Sanremo con una canzone ‘litigiosa’, se così la vogliamo definire. Il brano si intitola ‘Custodire‘ e parla di un amore difficile, complesso, variegato. Difficile però è la parola tra le tre che lo rapresenta meglio perché i due innamorati sembrano sempre vivere in bilico, odiarsi anche o comunque mai capirsi. L’incomunicabilità fra i due è un tema costante e ricorrente, acuito anche forse dalla giovane età. Fin dall’inizio, comunque, è chiaro che Renzo Rubino ci parlerà di un amore travagliato: “Tu ridotta una bambina, io tradotto in un bastardo. Noi non siamo mai stanchi nell’odiarci. Come abbiamo fatto ad essere qui, pronti ad azzuffarci”. La lotta, l’incomprensione è evidente fin da subito tra i due amanti che di certo non vivono sereni il loro rapporto. Si parla di zuffe, di offese più o meno velate e il risultato, tra i due, è una sorta di muro che si erge importante a dividerli. L’infifferenza non c’è: al massimo odio, che poi è il contrario dell’amore, ma non indifferenza. Una lotta serrata e difficilissima.



TROPPO GIOVANI

Il punto di rottura in questa canzone è sempre lì lì per arrivare. C’è, si annusa, e alla fine arriva senza colpo ferire. Ecco come prosegue il testo di ‘Custodire‘ di Renzo Rubino: “Come abbiamo fatto a esistere senza mai resistere, troppo giovani per invecchiare insieme. Puoi custodire l’affetto nell’insolenza. Non fare così, abbracciami dai. Arrabbiati poi“. I due amanti capiscono che i loro progetti di vita forse sono stati costruiti in un’età ancora troppo giovane, quando tutto era ancora in divenire. Renzo Rubino dice chiaramente ‘troppo giovani per invecchiare’, come se questo rapporto fosse cominciato troppo preso, come se si fosse inutilmente bruciato per la troppa fretta. Le liti, comunque sono continue, spesso risolte dal sesso. I versi ‘abbracciami dai, arrabbiati po’ sono emblematici in questo senso e ne danno una chiara prova. Ma le liti e le incomprensioni di fondo non si risolvono in questo modo: per questo motivo i due rimangono distanti e separati. Renzo Rubino non dà alcuna speranza: il rapporto è complicato e molto, molto, difficile da portare avanti.



UN DIALOGO IMMAGINARIO

Dopo il premio della critica “Mia Martini” – nella sezione Giovani – con il brano “Il Postino” nel 2013 e il terzo posto con “Ora” nel 2014, Renzo Rubino torna al Festival di Sanremo con “Custodire”, scritto dallo stesso cantautore e prodotto da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Il brano è un dialogo tra i genitori separati che Rubino si è immaginato: “Custodire ha radici profonde. Nasce dal desiderio di scoprire perché ho deciso di comunicare il più possibile attraverso la musica. Mi sono ricordato che la mia necessità è sempre stata quella di essere capito e ascoltato dai miei genitori. Come tantissimi della categoria, non si parlano più. Custodire è quello che vorrei si dicessero, sono loro due chiusi in una stanza, da soli, intenti nel cercare di proteggere un pezzo di affetto nonostante l’arroganza che ha contaminato il rapporto. Custodire è speranza, è far luce su un tema messo da parte e di cui non se ne parla mai abbastanza”, ha raccontato ai microfoni di Rickol. Alla vigilia del Festival, il cantautore pugliese è tranquillo: “Me lo aspetto felice, gioioso e senza paure; un Festival incentrato sulla musica e sulle canzoni”. Il brano sanremese, insieme al secondo brano inedito “Difficile”, sarà contenuto nel repack del suo ultimo lavoro “Il Gelato dopo il Mare” in uscita venerdì 9 febbraio.