Giovanni Caccamo parteciperà al Festival di Sanremo con la canzone ‘Eterno‘. Il giovane classe 1990 ha, nel suo testo, qualcosa di prezioso, di antico, di magico. Le parole di Caccamo ben si sposano con la melodia e tutto fa presagire che Eterno possa essere una delle possibili rivelazioni di questa edizione del Festival di Sanremo targata 2018. Il titolo, di per sé, dice già moltissimo: Eterno non è altro che l’eternità che sprigiona l’amore, il più bello e nobile tra i sentimenti umani. Chi ama veramente qualcuno, infatti, non può che aspirare all’eternità, a pensare che quel sentimento duri per sempre, in qualche modo. Questo è ciò che si evince immediatamente dall’incipit della canzone di Giovanni Caccamo in gara: “Sento che in questo momento qualcosa di strano, qualcosa di eterno, mi tiene la mano e tutte le pagine di questa vita le ho tra le dita“. Una rima semplice e intuitiva ci guida immediatamente nell’atmosfera della canzone: ‘questo momento’, con accanto la donna amata, ha qualcosa di eterno perché fondamentalmente vale per sempre. Il concetto è sottolineato dalla frase inequivocabile ‘e tutte le pagine di questa vita le ho tra le dita’. Cosa chiedere di più all’amore?



LA FUGA

L’eternità come prerogativa del vero amore è il cardine, il punto focale di Eterno, la canzone in gara al Festival di Sanremo di Giovanni Caccamo. Ma non è l’unico tema che emerge da una canzone così profonda e così ben congegnata. Altri temi si fondono e si intrecciano con il leitmotiv principale, legato all’eternità. In primis, ciò che si evince dalla canzone dell’artista classe 1990 è senza ombra di dubbio un bisogno concreto di lontananza dal mondo. Andare via, fuggire, allontanarsi da una realtà troppo brutta che spesso ci circonda. Ecco, infatti, come prosegue ‘Eterno‘: “Prendimi la mano, scappiamo lontano in un mondo senza nebbia, in un mondo senza rabbia. Chiusi dentro di noi, insieme io e te per sempre, senza volere niente, a parte questo nostro naufragare e non cercare niente“. La ricerca della lontananza, dell’allontanamento da tutto e tutti per rimanere da soli nel proprio alveo d’amore è chiara. Caccamo e la sua amata vogliono naufragare (che sia un riferimento leopardiano al celebre ‘e il naufragar m’è dolce in questo mare’?), eclissarsi da tutto e tutti, forse per sempre.



IL CUORE DEL DISCORSO

Giovanni Caccamo prosegue sottolineando ancora una volta quale sia il tema principale di Eterno, rincarando la dose: “Penso che questo momento rimanga nel tempo, rimane da solo, rimane un regalo. Rimane un tesoro che non potrò mai lasciare. Prendimi la mano scappiamo via lontano…“. Ancora una volta il cantante torna sulla concezione fondamentale di amore come ‘attimo di eternità’ concessoci, come un momento irripetibile e meraviglioso. Ad esso si intreccia anche la volontà di scappare, ulteriormente ribadita nell’ultimo verso. L’unione tra i due amanti viene poi sottolineata con i versi più poetici della canzone, che contribuiscono ad innalzare il tono dell’intero brano: “Siamo distanti dagli altri come stelle, siamo la stessa pelle. Siamo senza un addio, siamo bellezza che libera nell’aria, onde sulla sabbia nella stessa direzione senza lasciarsi mai. Senza lasciarsi mai, senza volere niente, senza cercare niente“. Le stelle, la pelle, le onde, la sabbia: tutti elementi corporei, materiali, che mirano a concretizzare in parole ricercate un amore che, si spera, durerà per sempre.