La sempiterna Ornella Vanoni ha deciso di ritornare ai palcoscenici che contano con un brano come Imparare ad amarsi, assieme a Pacifico e a Bungaro. La canzone non presenta in sé tratti particolarmente specifici o originali, anzi; potremmo dire che Imparare ad amarsi si dipana lungo una serie di cliché sull’amore ben delineati e per così dire sicuri. Le tematiche legate all’amore sono molteplici e tutte intrecciate fra loro senza che l’ascoltatore ne possa distinguere apertamente le fasi. Si va, infatti, dalla precarietà dell’amore alla sua eternità, passando con nonchalace da una sfaccettatura all’altra. Iniziamo subito la nostra analisi vedendo come comincia questo brano dell’inedito trio Vanoni – Pacifico – Bungaro: “Giorno per giorno senza sapere cosa mi aspetta. Non è in mio potere gioia e tristezza, sempre davanti stanze vicine, comunicanti“. In questo inizio è possibile vedere come la canzone si soffermi sulla precarietà dell’amore: non esiste domani, non esiste ieri, ma solo il presente davanti ai nostri occhi. Si naviga a vista, per così dire e non si pretende molto da un sentimento come questo. Si vive giorno per giorno accontendandosi di quello che c’è, prendendolo come viene.
L’ETERNITÀ
Accanto a questo sentimento di precarietà che pervade l’inizio di Imparare ad amarsi, il trio composto da Ornella Vanoni, Pacifico e Brugnago si sofferma sull’esatto opposto: l’eternità. Se prima, infatti, la canzone sembrava assestarsi sul classico ‘chi vivrà vedrà’, adesso si sposta rapida verso altri lidi sottolineandone esattamente il lato opposto. Continua il brano: “È un tempo infinito il presente, non passerà. Bisogna imparare ad amarsi in questa vita, bisogna imparare a lasciarsi quando è finita e vivere ogni istante fino all’ultima emozione. Così saremo vivi“. Il discorso è chiaro: anche il presente può avere in sé il seme dell’eternità. Quando può accadere una cosa del genere? Quando si vive il sentimento sino in fondo, vivendolo appassionatamente usando anche l’ultimo briciolo di energia. Lo stesso presente, comunque, può anche mettere fine a un sentimento così forte, dato che ‘bisogna imparare a lasciarsi quando è finita‘. Farlo è doloroso, si sa, ma a volte può essere davvero necessario. L’amore, dunque, va preso così, con tutte le energie: va vissuto in toto, senza risparmiarsi mai.
DOLORE
Non c’è dubbio che l’amore porti con sé tutta una serie di cose: gioie, dolori, momenti bellissimi e anche tristezza, delle volte. È, per così dire, un sentimento multiforme che non accenna a fermarsi. Per questo la seconda parte del brano ‘Imparare ad amarsi‘ ha una chiave di lettura ambigua, duplice, molteplice. Andiamo a scoprirla assieme: “Da ogni dolore conservo l’infanzia, la pratico ancora la seduzione, mi affascina sempre. E in fondo sentire che esisti felicità. Abbracciami ancora una volta, mi basterà“. I temi che vengono toccati in questo brevi versi sono tre: l’attaccamento dell’autore per un momento importantissimo della vita dell’uomo come l’infanzia, passando per l’arte della seduzione e la ricerca strenua della felicità. L’autore dice che pratica ancora l’infanzia e che, di conseguenza, sviluppa ancora atteggiamenti infantili, soprattutto in amore. Allo stesso tempo, però, è sempre attratta dalla seduzione, un qualcosa che vive ancora con piacere. Alla fine, però, tutto converge in un unico, grande, obiettivo: la felicità. Perché, in fondo, tutti quanti desiderano esserlo. Il trio ha parlato del brano sanremese ai microfoni di RTL 102.5: