Lo Stato sociale si prepara a una stralunata presenza al Festival di Sanremo. Senza pretese, ovviamente: è lo stesso Stato Sociale che ha più volte profetizzato ‘arriveremo ultimi’. Perché, si sa, a Sanremo vince l’amore e nel testo di ‘Una vita in vacanza‘ di amore ce n’è ben poco. Anzi, non c’è proprio: quello che sentiremo e che leggiamo non è altro che una carrellata di ‘disperati’ inseriti in una vita frenetica e veloce, che non ammette errori di alcuna sorta. Nient’altro. Ecco come inizia, tanto per darvi un’idea, Una vita in vacanza: “E fai il cameriere, l’assicuratore, il campione del mondo, la baby pensione, fai il ricco di famiglia, l’eroe nazionale, il poliziotto di quartiere, il rottamatore perché lo fai?“. Ecco un piccolo assaggio. La canzone elenca tante categorie sociali disparate, messe l’una vicino all’altra senza soluzione di continuità. Alla fine la domanda che riassume tutto è quell’icastico ‘perché lo fai?‘, che sa tanto di domanda esistenziale a cui non c’è risposta. Una domanda retroica, insomma; la stessa retorica (un po’ vacua) che troviamo in questo testo.
SMETTERE DI LAVORARE
La soluzione de Lo Stato Sociale a un’altra sequela di professioni, è ambigua: bisogna smettere di lavorare. Ecco, infatti, qual è secondo questi giovanotti la soluzione a tutti i nostri problemi: “Perché non te ne vai una vita in vacanza, una vecchia che balla, niente nuovo che avanza, ma tutta la banda che suona e che canta per un mondo diverso“. Poi aggiungono, un po’ volgarmente: “Libertà a tempo perso e nessuno che rompe i coglioni, nessuno che dice se sbagli sei fuori“. Insomma, se di satira dobbiamo parlare, possiamo dire tranquillamente che lo Stato Sociale ha fatto un tremendo buco dell’acqua. La canzone gira su se stessa, spesso a vuoto, e non va da nessuna parte. Satira? Ironia? Ci si chiede: qual è il significato di questa canzone? Oltre all’inutile, fastidioso e reiterato elenco di simil-professioni (che non elenchiamo per non continuare ad annoiarvi) non arriva nulla di questa canzone. E allora, per una volta, diremmo che una profezia andrà probabilmente a segno: non ci stupiremmo se Lo Stato Sociale arrivasse effettivamente ultimo al Festival di Sanremo… sarebbe un risultato meritato.
LA BAND INDIE E LA SOCIOLOGIA DEL LAVORO
Lo Stato Sociale partecipa al Festival di Sanremo 2018 con “Una vita in vacanza”, canzone scritta da Lodovico Guenzi, Alberto Cazzola, Francesco Draicchio, Matteo Romagnoli, Alberto Guidetti ed Enrico Roberto. “Parla del contrasto fra tempo libero e tempo di lavoro. Oramai lavoriamo 24 ore su 24, lo facciamo anche mentre dormiamo. Il ritornello è un inno alla liberazione dal peso del lavoro come obbligo”, ha spiegato il gruppo ai microfoni di Rockol. Invece la “vecchia che balla” nel testo rappresenta la gioia e la libertà. La canzone è stata ispirata dai libri Alberto Cazzola ha studiato per laurearsi in Sociologia del lavoro: “Il biocapitalismo” di Vanni Codeluppi, “L’arte della sovversione” a cura di Marco Baravalle e l’antologia di Federico Chicchi ed Emanuele Leonardi “Lavoro in frantumi”. Il 9 febbraio uscirà la raccolta “Guinness dei… Primati”, che oltre al brano sanremese e ad altre 13 vecchie canzoni contiene gli inediti “Fare mattina” e “Facile” (con Luca Carboni). Il disco conterrà anche un DVD con immagini dai concerti del novembre 2015 a Bologna e dell’aprile 2017 al Forum di Assago.