Per chi ha avuto modo di leggere i testi delle canzoni partecipanti al Festival di Sanremo 2018, l’impressione è comunque che la fantasia sia stata tenuta un po’ a freno a discapito di un lessico poco “frizzante”. Non ci sono parole che propongono neologismi o che escono fuori dai canoni del vocabolario della lingua italiana, ed anche gli elementi più giovani, come i The Kolors, o quelli provenienti dai circuiti indipendenti come Lo Stato Sociale, non hanno presentato nei testi delle rispettive canzoni elementi di rottura signfiicativi. Secondo gli esperti, proprio il gruppo bolognese, assieme agli “eterni” Elio e le Storie Tese e a Max Gazzé hanno fatto affidamento a un testo maggiormente ricercato ritrovandosi ad essere gli unici a “uscire” dalle pagine del vocabolario, mentre il resto dei concorrenti ha puntato molto sugli schemi classici della canzone italiana, quella ascoltata ormai da oltre sessant’anni sul palco dell’Ariston. (agg. di Fabio Belli)
ATTENZIONE ALL’INSODDISFAZIONE DELLE COSCIENZE
Scatta la prima serata del Festival di Sanremo 2018 e soprattutto per i veri appassionati di musica, subito l’interesse sale ai testi, i cantanti e le tematiche scelte nei 20 brani che partecipano alla gara canora più famosa d’Italia. Un “critico improvvisato” prestato alla musica per una volta è stato il Cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che ospite di “Bel tempo si spera” su Tv2000 ha commentato i testi delle canzoni di questo Sanremo che sta per avere inizio. «Inizia il Festival di Sanremo: una persona che è nella giuria e che mi fa avere i testi delle canzone, mi ha passato i testi integrali», spiega il presule che poi avanza la sua “critica costruttiva”. «Li ho letti quasi tutti anche perché cerco sempre di fare un tweet con un eventuale “respiro” di spiritualità sulla vicenda», prosegue ancora Ravasi, prima di concludere con il contenuto-messaggio al pubblico di Sanremo. «E la cosa curiosa è che quest’anno c’è poca attenzione alla dimensione esteriore, sociale, generale, poca descrizione di “ambiente”. C’è invece attenzione all’intimità, alla sostanziale insoddisfazione che fiorisce all’interno delle coscienze».
LA CRITICA ALLE CRITICHE
Breve ma curiosa fenomenologia delle critiche online: Ravasi rilascia una breve dichiarazione sul Festival di Sanremo in cui loda la scelta per una volta intimista e attenta alle dinamiche di coscienza e infelicità umana dei testi di quasi tutte le canzoni, mentre di solito si assiste a grandi canzoni su tematiche sociali, diffuse e “generali” poste come specchietto per le allodole da gettare in pasto alle polemiche mediatiche. Ecco, peccato che poco dopo tutte le testate online che rilanciano la notizia, danno questa lettura: «Il Cardinale critica i testi di Sanremo» (forse non conoscendo il vero significato di critica, in quanto “lettura costruttiva di un tema” e non “commento negativo”), oppure «per Ravasi le canzoni non sono attente al sociale», e chi più ne ha ne metta. Ecco, se leggete qui sopra e guardate il breve video qui sotto, potrete anche voi scoprire che l’intento del sacerdote è completamente diverso. Ravasi è un grande appassionato di musica – come si vede dal Tweet qui sotto – e nelle scelte del direttore artistico Claudio Baglioni ha ravvisato un interesse non banale per l’intimità delle coscienze, piuttosto che i grandi temi mediatici (e forse anche un po’ vuoti).
Clicca qui per l’analisi dei testi delle canzoni in gara a Sanremo 2018: Roby Facchinetti – Renzo Rubino – Red Canzian – Ornella Vanoni con Pacifico – Noemi – Nina Zilli – Max Gazzè – Mario Biondi – Luca Barbarossa – Lo stato sociale – Giovanni Caccamo – Le Vibrazioni – Ermal Meta e Fabrizio Moro – Enzo Avitabile e Peppe Servillo – Elio e le Storie Tese – Diodato e Roy Paci – Decibel – Annalisa – Ron – The Kolors
Donde hay música, no puede haber cosa mala (Cervantes) #Sanremo2018
— Gianfranco Ravasi (@CardRavasi) 6 febbraio 2018