Nata a Sant’Agata Militello in provincia di Messina nel 1997, Alice Caioli a soli 13 anni, nel 2010, partecipa alla gara canora Io canto. Amante del ballo oltre che della canzone, nel 2012 si è classificata campionessa siciliana di danze standard e latino americane. Nel 2013 invece tenta la carta X Factor ma viene eliminata ai bootcamp. Finalmente ottiene il riconoscimento che merita vincendo Area Sanremo 2017 con il brano che presenterà nella categoria Nuove Proposte, “Specchi rotti”. Voce forte e potente, soffre di una eccessiva inflezione dialettale troppo marcata, ma la ragazza è giovane e potrà migliorare l’educazione vocale. Ballata dai sapori soul con un forte impatto di elettronica, si presenta con un video girato a Castel di Tusa, in provincia di Messina, presso Atelier sul Mare, un museo albergo dove 22 delle sue stanze sono vere e proprie “camere d’arte” in quanto ideate da artisti di diversi campi. La maggior parte delle scene sono ambientate nella camera firmata dall’artista Raul Ruiz.
IL RAPPORTO CON IL PADRE
La canzone ha un forte contenuto, in quanto, come ha spiegato lei stessa, “è la metafora della discrepanza tra la percezione di se’ allo specchio in una visione intatta, solida e perfetta e quella che è invece la vera essenza, spesso frammentata e a pezzi“. “Specchi rotti” dunque, quelli dovuti al mancato rapporto con il padre, una finestra come portale attraverso cui mettersi in contatto con la figura paterna. È firmato da lei insieme a Paolo Muscolino, che ne ha anche curato la produzione. Al proposito in una recente intervista Alice ha approfondito il contenuto della canzone: “Parla del rapporto con mio padre che non è stato vissuto nel migliore dei modi durante l’infanzia e l’adolescenza, e del mio difficile periodo adolescenziale. Vuole essere un invito verso tutti i ragazzi che per un’assenza pesante si imbattono, per ripicca o per cercare l’attenzione dei genitori, in strade sbagliate, dalle quali poi è difficile uscire. Io l’ho fatto, però ne sono uscita, ci sono riuscita. Ci vuole un po’ di forza di volontà, bisogna imparare a volersi bene“.
ASSENZA DOLOROSA
“Specchi rotti” ha un bel testo, una sincera per quanto sofferta auto confessione che indaga sulla propria vita e quell’assenza così dolorosa, descrivendo il vuoto lasciato metaforicamente espresso da un ambiente inquietante: “Sopra il letto sul mio tetto la finestra che non ho questa casa non ha porte, limiti, pareti senza vetri non distinguo giorno e notte il mio tempo ormai è fermo”. Specchi a pezzi, muri opachi, che racchiudono silenzi, occhi rovinati e sporchi di rancore: tutto nell’ambientazione del brano descrive una sofferenza che ha reso corpo e casa devastati, sembra che la vita sia fuggita altrove. Ma spuntano ricordi lontani, frammenti di immagini, sognando appaiono cose non dette e si capiscono anche i propri errori: “Sogno, non torno, mi perdo, mi spoglio dei dubbi, dei passi sbagliati che ho fatto sogno i tuoi occhi non c’è più un confine. Vedo un ricordo di un bacio nascosto dei pianti negati e dei vuoti colmati oltre i tuoi occhi non c’è più un confine”. Alla fine, come una catarsi, come il compiersi di un cammino dolente, non si più gli stessi, si può cambiare, si può recuperare la vita, apprendere come camminare: “Non inciampo su me stessa che non sono mai la stessa decisa, indecisa, precisa e imprecisa e questi freni, bruciano i pensieri come ore mai contate”.