Mirkoeilcane, dopo una prima parte di carriera passata a scrivere canzoni per gli altri, ha finalmente deciso di fare il grande salto e di provare la strada di artista solista. A Sanremo 2018 si presenterà nella sezione Nuove Proposte con il brano ‘Stiamo tutti bene‘, una canzone scritta per il tema dei migranti. Mirkoeilcane, classe 1986, cerca la lacrima facile con un testo che tratta in maniera piuttosto delicata un argomento oramai stra-abusato e che è certamente poco originale. Sempre se di canzone si può effettivamente parlare: Mirkoeilcane parla su un sottofondo armonico e pertanto è anche difficile poter dare un vero e proprio giudizio ‘musicale’ su ‘Stiamo tutti bene‘. L’inizo del brano è quasi idilliaco e ci parla di un momento felice per il bambino protagonista: “Ciao, mi chiamo Mario e ho 7 anni, 7 e mezzo per la precisione. Mi piace il sole, l’amicizia, le persone buone, il calcio, le canzoni allegre ed il profumo buono della pelle di mia madre“. L’incipit ci fa capire immediatamente che il dramma sarà filtrato attraverso i suoi occhi, con quel modo disincantato e ingenuo dei bambini.
IL CALCIO
Dopo le presentazioni di rito, Mirkoeilcane si appresta a drci una descrizione tenera della vita semplice di questo bambino di 7 anni (7 anni e mezzo per la precisione). La sua vita è come quella di qualsiasi altro bambino della sua età, si snoda attraverso cose semplici: un pallone con cui giocare, gli amici, lo stare all’aria aperta spensierati. Da subito intuiamo che questa sarà la cosiddetta quiete prima della tempesta, anche se, al momento, non è possibile prevedere una svolta significativa: “ma oggi è un giorno felice che qui è arrivato un pallone e finalmente potrò diventare forte e fare il calciatore. So già palleggiare… con i sassi è diverso ma sono avvantaggiato perché corro forte come il vento“. Come dicevamo il quadro è idilliaco e sereno: il bambino gioca con gli amici a calcio, è libero e spensierato. È il tema dell’infanzia tanto caro a un autore (tanto per fare solo un esempio) come Giacomo Leopardi e la sua ricordanza. Ma Mario hauna particolarità: tra poco tempo la sua vita cambierà per sempre perché sarà costretto ad affrontare il viaggio più pericoloso della sua vita.
IL VIAGGIO
Arrivati a questo punto della ‘canzone’ (gli apici sono d’obbligo, questa è, di fatto, una non-canzone) Mirkoeilcane ci svela che qualcosa di brutto è accaduto. La serenità dei pomeriggi passati a giocare a pallone se ne va all’istante, la spensieratezza finisce così come l’infanzia. È il momento di partire, di andarsene. Bisogna cercare un rifugio più sicuro in un paese lontano: è il cosiddetto viaggio della speranza: “Ma guarda te la iella proprio a me doveva capitare, 4 giorni su ‘sta barca e intorno ancora solo mare ma ti pare giusto: uno va in vacanza per la prima volta e quelli li davanti son capaci di sbagliare rotta che poi a chiamarla barca ci vuole un bel coraggio, stare in tre seduti in mezzo metro di spazio e come me gli altri duecento tutti intenti a pregare“. La descrizione è chiarissima: Mario si ritrova sballottato nel Mediterraneo alla ricerca della terra promessa, un’incognita così grande che sarà davvero difficile pronosticarla. Il leitmotiv ‘stiamo tutti bene‘ è lì a fare da contraltare e a creare dissonanza con la situazione drammatica e la frase così accogliente.