Non è cominciata bene l’avventura dei Decibel, tornati a Sanremo 38 anni dopo, quando erano un gruppo di giovani punk e stupirono tutti con l’irruente brano Contessa. La serata inaugurale li ha visti infatti finire colpa del voto, nelle ultime posizioni, la fascia blu di chi è in fondo alla classifica. Oggi la band di Enrico Ruggeri che si è riunita da poco è composta da attempati signori sessantenni, ma con molta saggezza e spirito di osservazione in più. “Il rock è la musica classica del 21esimo secolo” dicono e Ruggeri aggiunge che in fondo l’heavy metal è figlio di Bach e Vivaldi. Un interessante paragone che però non lascia fuori l’amarezza per come è diventata oggi questa musica e il modo con cui se ne fruisce: “Noi veniamo dall’era pre cd e oggi siamo nell’era post cd. Forse, come si fa al ristorante che sul menu si scrive che il pesce è congelato, sul biglietto dei concerti dovrebbero scrivere che la musica è pre registrata”.
Sono polemici con la musica fatta al computer che va di moda oggi: noi suoniamo dal vivo, ci tengono a precisare. Il brano presentato, Lettera dal Duca spiega Ruggeri, ho scritto le parole dopo aver sognato David Bowie, loro avevano fatto la musica e mi hanno ispirato le sonorità alla Bowie. Poi dice: “Ma non è solo lui, è una dedica a tutti coloro che sono in un’altra dimensione, nell’al di là, una dedica alla spiritualità”. Del disco in uscita, con il titolo ambizioso de L’Anticristo, dicono che l’Anticristo “è un protocollo comportamentale, quello che manovra il mondo di oggi”. La gente meno pensa e meglio sta, aggiunge un combattivo Ruggeri che alla domanda se vinceranno Sanremo commenta: “Sarebbe un bel segnale, vorrebbe dire che l’Italia è meno peggio di quello che è”. E allora speriamo che escano dalla fascia blu.