E’ la città italiana dove il Popolo della Famiglia ha ottenuto il più alto numero di voti, il 2,48% (circa 200mila voti a livello nazionale…), Verona, dunque appare sensato che il loro rappresentante, già candidato sindaco, Filippo Grigolini, si senta in diritto di alzare la voce. Peraltro, esponendo una sua opinione personale e non un comunicato ufficiale come si legge in giro. Opinione personale che però mischia cose diverse fra loro, soprattutto cose dove la politica non dovrebbe entrare: l’arte.
Il 29 e il 30 maggio del prossimo anno Elton John terrà all’Arena di Verona i suoi due unici concerti italiani nell’ambito del tour mondiale di addio alle scene e secondo Grigolini, intervistato dal Corriere del Veneto, gli spettacoli andrebbero vietati. Si ripete quanto era già accaduto alcuni anni fa quando in molti si dissero contrari alla partecipazione della star inglese al festival di Sanremo, cosa che per fortuna si tenne ugualmente. Ma le accuse rivolte sono differenti: allora faceva scandalo che un “gay” salisse sul palco, pagato dalla Rai cioè dai cittadini, perché, dicevano, faceva propaganda ai matrimoni omosessuali. Elton John, da quel grande professionista che è, non solo non parlò dei matrimoni gay (è sposato da anni con un uomo, David Furnish) ma citò invece il papa, facendo fare ai contestatori figura meschina.
Adesso il problema è quello dell’utero in affitto: John ha infatti due figli avuti in questo modo, una problematica già più seria di quella dei matrimoni gay e che merita un approccio forte, in quanto umilia e tratta la donna come oggetto “usa e getta”. Chiede dunque Grigolini alla città di Verona “un atto di coraggio”, vietare cioè i concerti: “Spettasse a me decidere, lo farei – spiega – lo so, è una scelta difficile. Lo so, scoppierebbe il finimondo. Ma si tornerebbe finalmente a parlare di utero in affitto, un fenomeno che continua a esistere ma che è scomparso dal dibattito pubblico, quasi normalizzandosi”.
L’esponente del PdF dice poi di apprezzare molto Elton John come artista, di aver amato da ragazzo Freddie Mercury che però, essendo un gay “non è un esempio da seguire”. Ecco qual è il punto: nessuno può dire a un artista che non è un esempio da seguire. Nessuno può vietare cioè la libertà di espressione. A meno che non sei un pedofilo acclarato o un assassino, il solo pensiero di vietare un concerto (come già provato spesso con Marilyn Manson) è un gesto di fascismo. Possiamo al massimo dire che se quel tale artista dal palco si esprimesse in modo volgare senza dare diritto di replica e con un linguaggio estremista, allora si potrebbe intervenire. Ma la musica rock è molto più educata e rispettosa di quanto si vede nei dibattiti politici che si ogni giorno in televisione. E sono lontani i tempi in cui la polizia americana arrestava sul palco Jim Morrison dei Doors per atti osceni (inesistenti) e incitamento alla rivolta contro il sistema (quello sì, e ci mancherebbe che un artista non possa farlo, ma erano appunto altri tempi). Era il 1968, 50 anni fa. Bisognerebbe rendersen conto. La musica rock è stata sdoganata, non è più trasgressiva e rivoluzionaria, non fa più paura a nessuno purtroppo (neanche Marilyn Manson fa paura, al massimo ridere), è molto più degenerata certa pubblicità televisiva e infine Elton John non usa i suoi concerti per fare comizi. Si tratta, quella di Grigolini, di censura preventiva, un modo di agire e pensare molto, molto pericoloso.
Finché gente come lui avrà paura del confronto, del dialogo, della libertà di espressione, e continuerà ad alzare muri contro muri, battaglie anche sacrosante come quella contro l’utero in affitto finiranno sempre per ottenere l’effetto contrario, e cioè passare per bigotti e reazionari. Che lo siano veramente? Affari loro. Però è un peccato che battaglie invece che meritano un livello culturale, politico e antropologico molto più alto, siano lasciate a personaggi di così basso livello intellettivo. Ma da Adinolfi in giù (che nel suo libro “Voglio la mamma” citava proprio Elton John come esempio di “abiezione”) il Popolo della Famiglia non ha ancora espresso questa maturità umana e politica. Elton John non fa paura, anzi, è uno degli ultimi grandi esempi di artisti veri che ci restano. Ancora per poco. Intanto, “the bitch is back…”.