Niente librerie o agenzie, per Calcutta l’importante è arrivare al pubblico, magari quello che viaggia in auto e ascolta la sua musica, ecco perché ha deciso di incontrare i suoi fan in autogrill. A comunicarlo è lui stesso, tramite i social, confermando che il prossimo 30 maggio e l’1 giugno sarà a Roma e poi a Milano e, in particolare, in due autogrill. Il primo appuntamento è all’Area di Servizio Prenestina Ovest a Gallicano del Lazio, dalle 19 alle 21 del 30 maggio, e l’altro è previsto all’Area di Servizio Villoresi Est a Lainate (MI) l’1 giugno dalle 19. Sarà proprio in quei due appuntamenti, che Calcutta avrà modo di incontrare il pubblico e presentare le nuove canzoni del suo nuovo album Evergreen con tanto di esibizione chitarra e voce. Non mancheranno le esibizioni dal vivo visto che Calcutta ha già annunciato che si esibirà il 21 luglio allo Stadio Francioni di Latina e il 6 agosto all’Arena di Verona. (Hedda Hopper)
IL SUO NOME E IL SUO SIGNIFICATO
Vero nome Edoardo D’Erme, originario di Latina, Calcutta ha preso il suo nome d’arte dal duo in cui militava, tenendolo per sé quando il suo compagno ha mollato il colpo. Calcutta è il perfetto prototipo del giovane d’oggi, anche se ormai alla soglia dei trent’anni con in più la caratteristica del paesanotto di provincia (la copertina del nuovo disco lo vede seduto a gambe incrociate davanti a un branco di pecore che brucano l’erba). Sperduto nella grande metropoli di Roma, come mostrava nel claustrofobico video del suo brano più famoso, Frosinone, seduto a una scrivania che lo porta in giro per le strade di notte, dubbioso se riprovarci con la ragazza che non lo stima o andare a casa a farsi una pizza. “Calcutta” spiega “è un nome casuale senza alcun significato preciso”, ed è un po’ la cifra dell’ultima generazione, senza punti di riferimento, senza ideologie, senza nulla che li appassioni, annoiati e stralunati in un mondo che non capiscono.
IL VIDEO E L’AMORE PERDUTO
Il nuovo disco, “Evergreen” arriva due anni dopo “Mainstream” l’album che lo aveva fatto conoscere. I titoli dei brani la dicono lunga: Paracetamolo, Pesto, Kiwi, Saliva, titoli astratti che non significano nulla. I testi invece sono canzoni d’amore sperduto e sconfitto. In Evergreen spicca un brano che è il chiaro manifesto della cultura anti idoli, anti eroi, dedicato al calciatore Dario Hubner che divenne sì capocannoniere della serie A (a ben 35 anni!) ma sempre militando in squadre di provincia come Cesena, Brescia, Piacenza, ritirandosi a ben 44 anni dopo un ultimo campionato con il Cavenago d’Adda, squadra che più di provincia non si può. Si meritò anche una espulsione per bestemmia che lui giustificò dicendo che la sentirono tutti perché lo stadio era vuoto. “Io certe volte dovrei fare come Dario Hubner” dice Calcutta in una sorta di metafora crepuscolare sul mare di inverno. Hubner è Calcutta, uomo di provincia, lontano dai riflettori ma con dentro qualcosa di speciale. O almeno così vorrebbe essere. Per questo disco l’artista ha deciso anche una operazione ambiziosa, una serie di video affidati tutti al regista Francesco Lettieri in cui lui non compare mai, compaiono attori e personaggi vari come dei vecchietti che giocano a carte e una gita in una barchetta a Procida in “Paracetamolo”, il nuovo singolo trainante del disco (QUI SOTTO IL VIDEO). Musicalmente Calcutta si differenzia dai colleghi della sua età: la sua musica infatti è un pop ricco di arrangiamenti e sonorità ben curate, melodie di forte impatto e rimandi a geni come Lucio Battisti.