Attivo sin dal 1996 inizialmente in un collettivo di rapper, Médine, vero nome Medine Zaouiche, è francese di nascita ma berbero algerino di famiglia. Uno dei tanti figli di migranti arrivati in Francia ben prima della recente ondata migratoria, famiglie provenienti dai territori una volta colonie di Parigi come l’Algeria che popolano da decenni il paese. Niente a che vedere con l’estremismo islamico, nessun collegamento con l’Isis, anche se i suoi testi sono politicamente impegnati, a difesa delle minoranze islamiche che vivono in povertà nei grandi quartieri periferici parigini o di altre città soprattutto. Ma si interroga anche su cosa significhi essere musulmani, lui è praticante, in un paese come la Francia. Il suo errore è stato quello di intitolare un suo disco del 2005 (anni prima che scoppiasse il caso Isis) “Jihad, il più grande errore contro se stessi”. Il termine Jihad oggi infatti, guerra santa, è identificato con i terroristi islamici, mentre lui si interrogava sulla sua fede. Ed è così che i suoi due spettacoli previsti a Bataclan i prossimi 19 e 20 ottobre rischiano adesso di essere cancellati.



“UN SUO CONCERTO? UN SACRILEGIO!”

Si è mossa infatti la destra politica, che ritiene che un musulmano non debba esibirsi nel luogo dove altri musulmani fecero strage di persone nell’orribile attacco del novembre 2015 durante un concerto in cui furono uccise 90 persone. Lo chiede il leader del minuscolo partito di destra The Republicans, Laurent Wauquiez che ha già raccolto quasi 10mila firme per vietare le esibizioni: “il concerto sarebbe un sacrilegio per le vittime e un disonore per la Francia” ha detto. Ovviamente sarebbe il contrario, una occasione per riavvicinare islam moderato e Francia, ma evidentemente siamo ancora ben lontani dal capire che solo attraverso una integrazione di moderati si può sconfiggere il terrorismo. Per arrivare a ciò, il politico ha avvita alcune azioni legali con la scusa che i concerti rappresentano una minaccia per l’ordine pubblico, Ma un algerino, dopo il massacro che i francesi compirono per soffocare la ribellione che portò all’indipendenza da Parigi, è sempre visto come un nemico: ne parla nelle sue canzoni, così come canta in difesa dei palestinesi e dei musulmani della Birmania vittime di genocidio. 

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