“Lascereste andare vostra figlia con un Rolling Stones?” recitava uno slogan pubblicitario costruito dal primo manager della band, Andrew Loog Oldham,, quello che costruì l’immagine di Mick Jagger e soci come brutti, sporchi e cattivi, in opposizione a quella di bravi, pulitini e buoni che avevano i Beatles. In effetti gli Stones pericolosi lo erano davvero, ma per i politici di destra, tanto che nei primi anni 70 si mosse anche l’Fbi che per un paio di anni impedì loro tournée negli Stati Uniti su accuse campate in aria di spaccio e diffusione della droga e soprattutto di rovinare la sana gioventù americana, quella bianca, benestante, che costituiva il futuro della classe dirigente.
Su Facebook una mamma commenta: “Vorreste che vostra figlia si fidanzasse con Young Signorino?”, quello che dice di essere figlio di Satana, è stato in ospedale psichiatrico e ha fatto (e probabilmente fa ancora) il pieno di droga. Colpisce la somiglianza dei casi, peccato che i tempi sono diversi. Quelli degli Stones, primi anni 60 e poi anche 70, erano i tempi in cui la famiglia era una istituzione oppressiva, quella del padre padrone, idem lo stato. Quelli di Young Signorino sono invece i tempi della libertà assoluta, dove ogni trasgressione è stata sdoganata e non c’è più alcun tipo di oppressione, dove gli studenti insultano e menano i professori, ma in compenso c’è tanta solitudine e ignoranza massiccia tra i giovanissimi. Si alzano così schiere di relativisti che dicono: ai nostri tempi i Sex Pistols facevano paura e si drogavano esattamente come fa paura Young Signorino oggi. Basterebbe a chiudere il caso fare un paragone musicale: le canzoni degli Stones e dei Sex Pistols erano bellissime e resistono attuali nella loro bellezza anche 50 e 40 anni dopo, facevano paura perché dicevano la verità.
Quelle di Young Signorino fanno mediamente ridere nella loro inutilità e fra un anno non le ricorderà più nessuno. Non perché, come sostengono in diversi, sia la musica di oggi per cui noi vecchi rimbambiti 50enni non la capiamo esattamente come i nostri genitori non capivano gli Stones: i nostri genitori gli Stones li capivano eccome, per quello ne avevano paura. Se parlate con dei 15enni vi diranno anche loro che i rapper, anzi i “trapper” come Young Signorino e Sferaebbasta fanno pena. “Sono una fan della merda”, ha detto una ragazza in fila per il concerto di Young Signorino, giorni fa, a Roma, a chi le domandava come mai l’ascoltasse (da un articolo pubblicato su Il Foglio di Simonetta Sciandivasci). Siamo davanti, ma non lo vogliamo ammettere, a un imbruttimento totale del gusto, un incredibile gioco al ribasso cui cercano di assuefare i giovani. Il preside di un istuto scolastico, intervistato un paio di giorni fa da questo giornale, diceva: “Non so che tipo di tracce per la prova di italiano possano uscire, ma spero che non escano come si sente in giro tracce dedicate alle oscenità dei rapper oggi di moda tipo Fedez”. Ha perfettamente ragione. Qua non siamo più a una concezione esperenziale contro un’altra, qua siamo al nichilismo, all’ignoranza, all’imbruttimento contro la bellezza. Siamo davanti a gente che intitola e canta una canzone con questi versi: “Mmh ha ha ha”.
C’è poi la solidarietà generazionale: i giornalisti (?) trentenni che devono difendere “la loro musica” contro quella di noi vecchi babbioni, o i giornalisti 60enni che devono farsi vedere sempre al passo coi tempi per non perdere il posto di lavoro e che con frasi misteriose cercano di dire (ma non ci riescono neanche loro) che questa trap è figa, è una rivoluzione. Vecchia di undici anni però, quando nacque in America e solo ora come sempre in ritardo scoperta in Italia. C’è chi ha il coraggio di dire che in Italia siamo ancora fermi a Claudio Villa, dimenticandosi che la canzone italiana da quella di Villa è cambiata talmente che ci fu pure chi si sparò in testa per sottolineare questo.
Ma non facciamo paragoni musicali, si finisce sempre a dire che tutto è soggettivo e quello che piace a me non piace a te e ognuno gli piace quello che gli piace e buonanotte (la bellezza è oggettiva, non è soggettiva, altrimenti il Monte Bianco è uguale alla discarica di Casamicciola Terme in Campania che è pure illegale, ma per ammetterlo ci vuole educazione alla bellezza, quello che manca oggi. Manca educazione alla vita.
“Per via del gap generazionale, delle istanze espressive della contemporaneità e per una questione di cultura paludata sempre bersaglio della rottura delle avanguardie, si finisca per credere che una moltitudine di persone giovani, poco appassionate di musica, che hanno ascoltato pochissimo, letto un cazzo, vissuto non tanto debbano per forza aver ragione a chiamare bella una merda commerciale senza dignità studiata a tavolino e che chi non la pensa così è un vecchio trombone che avrebbe stroncato anche Schoenberg. Il fatto è che la trap non è necessariamente Schoenberg solo perché dispiace ai quarantenni e piace ai ventenni (io schifavo la roba generazionale anche da giovane, per dire, perché ora dovrei dare al parere dei ventenni un peso che non davo loro neanche quando vent’anni li avevo io?). Io lo chiamo revisionismo del presente ed è un modo molto pericoloso di volersi sentire aperti e comprensivi. Detto questo, a me il grado zero comunicativo, lirico e musicale di questo brano famoso (di Young Signorino) non dispiace, lo trovo ironico, nichilista e più credibile dei trapper che fanno i gangsta e contano soldi e copiano gli americani con venti anni di ritardo. Almeno questo è un disadattato vero. Ciò non lo rende portavoce di un bel cazzo di niente, però. Neanche di Satana, con suo dispiacere” ha commentato precisissimo su FB il cantautore e musicista Luca Swarz Andriolo.
Invitata a parlare del caso Young Signorino a un talk show, la professoressa Andreoli ha detto: “(bisogna …) dire alle mamme che è normale e giusto e sano che a loro non piaccia quello che piace ai propri figli”. Boiata immensa. C’è tanta bellezza musicale a cui educare i figli così come nonostante il disagio delle case popolari c’è tanta bellezza a cui dirigere questi ragazzi. Certamente è giusto che i figli si facciano la loro di storia, scelgano quello che vogliono loro: il problema è che non funziona così. Con un sistema di comunicazione (televisione, radio, internet) che passa in modo massiccio Young Signorino, come potrà un giovane farsi una idea di cosa scegliere e scoprire la bellezza eterna e infinita di Yesterday dei Beatles? Lo scontro è ovviamente impari. E poi basta gente che si mostra al concerto del Primo Maggio con due Rolex al braccio per dire: io ce l’ho fatta sfigati, voi rimanete dei poveracci. Ha ragione quel preside: non voglia Dio che nelle tracce di oggi facciano commentare agli studenti capolavori di poesia contemporanea come: “la mia pussy gira in casa in lingerie orientale, in zona non pompano pezzi d’amore, si pompano la tua tipa che si fa scopare in cambio di un raglione” (Sfera Ebbasta); “la tua bitch mi incanta il cobra” (Gemitaiz); “Ciao, Troia! Ingoia paranoia, sei Jessica Rabbit mentre schiatti nella salamoia” (Nitro). Se ci sono in giro gang di minorenni che stuprano le loro coetanee da qualche parte saranno arrivati.