La presentazione della stagione 2018-2019 del Teatro dell’Opera di Roma conferma la centralità della fondazione romana nella vita non solo musicale della capitale. In area metropolitana dove oltre il 9% del Pil è generato dalla cultura l’opera ed il balletto hanno un ruolo strategico. Non solo la fondazione lirica di Roma, che lavora in stretta collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, è una delle maggiori aziende della capitale in termini d’occupazione e di fatturato, ma è diventata uno dei principali poli di attrazione. Lo dimostrano l’aumento del pubblico pagante (del 30% dell’ultimo anno), la crescita del pubblico giovane (anche grazie a programmi mirati), il successo nelle periferie raggiunte dall’Opera Camion. L’aumento degli incassi di biglietteria ha in larga misura compensato la contrazione dei contributi pubblici. Ora, come nel periodo tra gli Anni Trenta e Sessanta del Novecento, il Teatro dell’Opera di Roma gareggia, a pieno titolo, con La Scala di Milano come più importante teatro lirico del Paese, anche agli occhi degli osservatori stranieri.



La stagione 2018-19, fra il Teatro Costanzi e le Terme di Caracalla, propone 13 produzioni d’opera (di cui 9 nuovi allestimenti) e 6 spettacoli di balletto (tra cui tre nuovi allestimenti). Continuando la strategia degli ultimi tre anni, una strategia che si è rivelata vincente, si articola in grandi coproduzioni e alle novità contemporanee. Non dimentica il repertorio, cercando però di riscoprirlo: già dal titolo di apertura, il Rigoletto di Verdi è affidato alla lettura certamente nuova e approfondita di Daniele Gatti con la regia di Daniele Abbado. Le coproduzioni inseriscono l’Opera di Roma in un circuito artistico internazionale che è anche un’occasione di confronto reciproco: è il caso dell’Orfeo ed Euridice di Gluck o dell’Idomeneo mozartiano. 



Vengono proposti titoli di raro ascolto e assenti a Roma da tempo: L’angelo di fuoco di Prokof’ev, mostrerà che cosa il melodramma è diventato nel crogiolo di ricerche dell’avanguardia russa del primo Novecento. Su questa stessa apertura al nuovo si pone, ormai già da anni e con coraggio, la programmazione del balletto: la Serata Philip Glass ne è un evidente esempio.

Della stagione lirica fanno parte tre lavori contemporanei: un evento-spettacolo affidato a William Kentridge, l’opera Un romano a Marte di Vittorio Montalti, vincitrice di un recente concorso dedicato a giovani compositori bandito dal nostro teatro, e una “commedia strumentale” ispirata a Pinocchio di cui è autrice Lucia Ronchetti.



Tratteremo altrove il ballo e ci soffermiamo, quindi, sulla stagione operistica. Come si è detto l’opera inaugurale è  sarà un nuovo allestimento del Rigoletto di Giuseppe Verdi, un classico. Se ne annuncia una lettura inaspettata e inedita, quanto rispettosa dell’idea verdiana, quella che vedrà impegnati il direttore Daniele Gatti e il regista Daniele Abbado. Le scene e le luci saranno di Gianni Carluccio, i costumi di Francesca Sartori e Elisabetta Antico, i movimenti coreografici di Simona Bucci. Tra gli interpreti Ismael Jordi, Roberto Frontali, Lisette Oropesa, Riccardo Zanellato e Alisa Kolosova.

Seguirà una nuova produzione di Anna Bolena di Gaetano Donizetti., titolo molto amato dagli appassionati del belcanto, La nuova produzione sarà diretta da Riccardo Frizza e con la regia di Andrea De Rosa.  Tra gli interpreti Maria Agresta (che torna dopo il successo riscosso nel Simon Boccanegra del 2012 e debutta come protagonista), Carmela Remigio (al suo debutto nel ruolo di Giovanna Seymour), Alex Esposito, René Barbera.

La terza opera in programma è un raffinato nuovo allestimento dell’Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck, una coproduzione con Théâtre des Champs-Elysées, Château de Versailles Spectacles e Canadian Opera Company. Si seguirà  seguiranno l’originale versione di Vienna dell’opera (1762). Dirigerà Gianluca Capuano, con la regia di Robert Carsen, Interpreti il controtenore Carlo Vistoli, Mariangela Sicilia e Emoke Barath.

In coproduzione con il Teatro La Fenice di Venezia arriverà a Roma  la più famosa delle operette, volentieri accolta nei più paludati teatri d’opera: La vedova allegra di Franz Lehár, Il lavoro sarà diretto da Constantin Trinks (un musicista emergente che debutta all’Opera di Roma) con la regia di Damiano Michieletto,. Tra gli interpreti Nadja Mchantaf, Paulo Szot, Anthony Michaels-Moore, Adriana Ferfecka e Peter Sonn.

Ancora un titolo raro, ma di grande interesse nel teatro musicale del Novecento: L’angelo di fuoco di Sergej Prokof’ev, un’opera visionaria, immersa nel clima di mistico esoterismo così diffuso nell’avanguardia russa del primo Novecento, tradotto nel linguaggio ora grottesco ora allucinato del compositore. Sarà diretta da Alejo Pérez per la regia di Emma Dante. Tra gli interpreti Leigh Melrose, Evgenia Muraveva, Sergey Radchenko, Maxime Paster, Mairam Sokolova, tutti al loro debutto nel nostro teatro, e Goran Juric.

Sempre con la regia di Emma Dante, torna in scena La Cenerentola di Rossini, nella versione che ha avuto tanto successo nella stagione 2016. Anche l’autunno 2019, come quello di questa stagione, vedrà in scena due capolavori di Mozart. Dopo il Così fan tutte del 2016 e le prossime, attesissime Nozze di Figaro, Graham Vick conclude la trilogia Mozart/da Ponte con il nuovo allestimento del Don Giovanni, diretto da Jérémie Rhorer, le scene di Samal Blak Protagonista Alessio Arduini con Juan Francisco Gatell , Vito Priante e Emanuele Cordaro (Masetto). Ruoli femminili affidati a Maria Grazia Schiavo Salome Jicia e Elena Sancho Pereg).

In autunno torna Idomeneo, re di Creta raro titolo mozartiano che unisce il nitore classico del mito greco a un linguaggio teatrale aperto alle riforme operistiche del secondo Settecento. A dirigerlo sarà Michele Mariotti Seconda regia in questa stagione affidata a Robert Carsen che collabora anche con Luis F. Carvalho alle scene e con Peter van Praet alle luci; costumi di Petra Reinhardt e video di Will Duke. Nel ruolo del titolo Charles Workman, Joel Prieto sarà Idamante, Rosa Feola Ilia e Miah Persson sarà Elettra. Il nuovo allestimento è una coproduzione con il Teatro Real di Madrid e la Canadian Opera Company.

La stagione 2018-19 sarà conclusa da una prima assoluta, un tipo di proposta che da molti anni mancava dal nostro teatro e che rappresenta ancora una volta l’attenzione dell’Opera di Roma verso il contemporaneo. Tre recite, al Teatro Costanzi, di Un romano a Marte musica di Vittorio Montalti libretto di Giuliano Compagno, spettacolo vincitore del Concorso 2013/2014 per giovani compositori, bandito dal Teatro dell’Opera di Roma al fine di valorizzare e portare in scena nuovi autori contemporanei con titoli mai rappresentati ed ispirati alla città di Roma. La nuova opera sarà diretta da John Axelrod e avrà la regia di Fabio Cherstich, che dopo le proposte di OperaCamion si misurerà con il palcoscenico del Costanzi.

Ritornano poi, fra la fine del 2018 e l’inizio del nuovo anno, due spettacoli di repertorio che incontrano sempre grande favore da parte del pubblico: Tosca di Giacomo Puccini con la regia di Alessandro Talevi, le scene e i costumi originali di Adolf Hohenstein e La traviata di Giuseppe Verdi diretta da Pietro Rizzo regia di Sofia Coppola, scene di Nathan Crowley, costumi di Valentino,

In estate torna, dopo diversi anni, Aida alle Terme di Caracalla, con un altro titolo verdiano, La Traviata, ed il balletto Romeo e Giulietta di Prokof’ev.