Tra le novità letterarie in campo di musicale di questa estate è giunto nelle librerie un curioso ed interessante saggio di Francesco Attorre, Sesso e Musica: musica, musicisti ed il segreto nascosto del suono (pp. 140, Zecchini Editore). Quando ho preso in mano il volume, ho, sulle prime, pensato che si trattasse di un lavoro di un musicologo che mi illuminasse ad esempio sulle tensioni erotiche in Tristan und Isolde o in Manon Lescaut o che mi spiegasse perché da Le Conte Ory sino alla fine dell’Ottocento il teatro in musica di compositori italiani fosse praticamente asessuato mentre quello del Romanticismo tedesco, ed ancora di più quello del tardo Romanticismo e dell’Espressionismo, fosse pieno di pulsioni.
Francesco Attorre è, invece, uno psicoterapeuta ed un sessuologo che non sconfina nel campo della musicologia anche se il libro dimostra che di musica e di musicisti si intende. Come spiega il risvolto di copertina, “dedica la sua vita al suo lavoro ed ai suoi pazienti, aiutandoli a risolvere le difficoltà che la vita pone, facendo leva sul potenziale nascosto di ognuno di loro”. Il libro non è un saggio di sessuologia e neanche di musicologia, ma un racconto del “viaggio nel piacere” (sessuale) e delle assonanze che un percorso nell’eros ha con un percorso nella musica. Ci sono quindi numerosissimi riferimenti al mondo della musica (compositori, strumentisti, rapporti tra musicisti e strumenti, stilemi musicali) e l’ultimo capitolo è in gran parte dedicato a Chopin. Ma il suo focus o punto centrale è il nesso tra le vibrazioni della musica e le vibrazioni dei sensi e quindi il piacere che deriva dalla musica e quello che proviene dei sensi.
In tredici snelli capitoletti, densi anche di illustrazioni e di citazioni dal pentagramma, il ‘viaggio’ viene effettuato con un lessico che può essere gustato sia dai medici, sia dagli psichiatri sia dagli appassionati di musica. I primi capitoli sono più strettamente tecnici: riguardano il sistema nervoso, la psicofisiologia, la neuroanatomia, e la neurochimica dei processi mentali, nonché la psicoetologia della comunicazione. Si va allo sviluppo sessuale ed affettivo, ed al ruolo della musica in tale sviluppo. Ci si addentra quindi in tematiche sempre più musicali. Ad esempio, viene riproposta, in termini sia medici sia musicologici, il vecchio interrogativo che interessò Antonio Salieri e in epoca più recente Richard Strauss: se in una canzone (od in un’opera lirica) nascano prima la musica o le parole. Si analizzano poi il segreto nascosto del suono, le danze del cuore, il “jukebox” di passioni e sentimenti, come la musica non solo un’arte (e la cosa più vicina all’amore) ma anche una scienza. Si traccia alla fine l’identikit del musicista utilizzando la strumentazione dello psicoterapeuta e del sessuologo.
Il libro ha numerose citazioni musicali – da Bach a Bob Dylan – e passaggi divertenti (quali il rapporto erotico tra lo strumentista ed il suo strumento ed il genere – sessuale – dei tasti del pianoforte, nonché il nesso tra nota ed orgasmo – ambedue si rigenerano sempre).
E’ un volume che può interessare i musicisti e gli appassionati di musica ed anche solamente coloro che un tempo venivano chiamati “le persone colte”, non esclusivamente gli psicologici ed i medici. Porta in un campo poco esplorato e pieno di interessanti problematiche. Si legge facilmente. Anche al mare o in montagna.